Riciclare Ricreando
Suggeriamo agli interessati questa manifestazione di particolare rilievo:
Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano
Con accreditamento dell’Ordine degli Avvocati di Milano
per approfondimenti leggere il documento associato:(seleziona qui)
Poesia e Musica
Interrelazioni ed esperienze tra poesia e musica
Laura Canevali, Rose sparse sul sentiero, Boopen, 2009
“In quell’inverno tutto fu chiaro/ non esisteva nulla: tutto era un fuoco sacro/ che si alimentava dei nostri respiri stupiti./ Un freddo pungente inondava/ la vallata facendo di noi/ ceri accesi in un santuario aperto”. Il libro di Laura Canevali si apre con Inverno; la stanza che ho citato, è una sineddoche, che raccoglie nei pochi versi citati, il significato della lirica e insieme, di tutta l’opera: Rose sparse sul sentiero. Il messaggio che il testo suggerisce, si evince dal sostantivo che la poetessa ha chiuso tra le parentesi a fianco del titolo: Misticismo. Come un avvertimento sotteso, i suoi canti vogliono liberarsi da ogni condizionamento fideistico; il suo credo non esclude nessuno, ma il richiamo mistico è vocato totalmente all’arte.
ALTRE TESTIMONIANZE DA L’AQUILA
Lo scippo strozzino dell’Abruzzo terremotato
Nicoletta Forcheri
Fonte: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2009/06/campi-profughi-in-abruzzo-nf.html
Un laboratorio per testare la palestinizzazione dell’Italia, per collaudare il (vecchio) concetto di “nuova frontiera” di un modello di sviluppo deleterio, che trasforma le persone, quelle considerate inutili, quelle che non collaborano né con banche né con multinazionali, né con i loro eserciti di funzionari burocratici, legali, giornalistici, in nuovi indiani o in nuovi profughi. Persone appartenenti a un modello di sviluppo che proprio perché un po’ arretrato, rurale e distante dalle grandi rotte commerciali della grande distribuzione, consumano di meno, magari alcuni nascondono le banconote sotto il materasso, e hanno ancora tanto “a gratis” dal territorio – troppo per il sistema – in una regione come l’Abruzzo, non servono, anzi disturbano. Persone normali, anzi umane. Artigiani, contadini, piccoli imprenditori, panettieri, macellai, cittadini che dal territorio sanno trarre tutto quel che basta per vivere dignitosamente, perché lo conoscono e perché lo rispettano, senza distruggerlo, e sanno metterlo in valore, come i vecchi indiani, i boscimani, i palestinesi. Come i nostri avi. Considerati concorrenza “sleale” dalle industrie agroalimentari, dalla grande distribuzione, dagli allevamenti intensivi tutto franchising con “sperma” modificato in mano, che non sopportano le bestie ruspanti, e da altre corporation che arruolano eserciti di esperti per “modificare” i pareri e gli atti legislativi UE a loro immagine e somiglianza.
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