Temi e Riflessioni

Il ritorno dei falchi privatizzatori

Pubblicato il 31 gennaio 2014 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Europee.Una lista per Tsipras

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Europee. C’è una terza via tra chi vuole distruggere l’Unione e chi vuole mantenerla così com’è

A sinistra, una lista per Tsipras

di Andrea Camil­leri, Paolo Flo­res d’Arcais, Luciano Gal­lino, Marco Revelli, Bar­bara Spi­nelli, Guido Vialesul Manifesto di sabato 18 gennaio 2014

Oggi ren­diamo pub­blico que­sto appello cor­re­dato dalle sole firme dei suoi esten­sori.

L’Europa è a un bivio, i suoi cit­ta­dini devono ripren­der­sela. Dicono i cul­tori dell’immobilità che sono solo due le rispo­ste al male che in que­sti anni di crisi ha fran­tu­mato il pro­getto d’unità nato a Ven­to­tene nell’ultima guerra, ha spento le spe­ranze dei suoi popoli, ha risve­gliato i nazio­na­li­smi e l’equilibrio fra potenze che la Comu­nità doveva abbat­tere.
La prima rispo­sta è di chi si com­piace: passo dopo passo, con aggiu­sta­menti minimi, l’Unione sta gua­rendo gra­zie alle tera­pie di auste­rità. La seconda rispo­sta è cata­stro­fi­sta: una comu­nità soli­dale si è rive­lata impos­si­bile, urge ripren­dersi la sovra­nità mone­ta­ria scon­si­de­ra­ta­mente sacri­fi­cata e uscire dall’euro. Noi siamo con­vinti che ambe­due le rispo­ste siano con­ser­va­trici, e pro­po­niamo un’alternativa di tipo rivo­lu­zio­na­rio. È nostra con­vin­zione che la crisi non sia solo eco­no­mica e finan­zia­ria, ma essen­zial­mente poli­tica e sociale. L’euro non resi­sterà, se non diventa la moneta di un governo demo­cra­tico sovra­na­zio­nale e di poli­ti­che non calate dall’alto, ma discusse a appro­vate dalle donne e dagli uomini euro­pei. È nostra con­vin­zione che l’Europa debba restare l’orizzonte, per­ché gli Stati da soli non sono in grado di eser­ci­tare sovranità.

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Se i 5Stelle stanno a guardare

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Se i 5Stelle stanno a guardare

di Marco Travaglio, da Il Fattoquotidiano del 5 gennaio 2013

(e su Pagine on line n.198 di lunedi 6 gennaio 2014.a cura di Alfredo Giusti)

Mi scrivono diversi elettori dei 5Stelle per contestare il mio articolo “I guardiani dello stagno”. In sintesi, ripetono ciò che dice Beppe Grillo. 1) Di Renzi non c’è da fidarsi, men che meno del Pd. 2) Noi non facciamo accordi con nessuno e il nuovo sistema elettorale lo discutiamo in Rete con la nostra base. 3) Questo Parlamento è delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum e dunque non può riformarlo. 4) Napolitano deve sciogliere le Camere, mandarci a votare con il vecchio Mattarellum e lasciare che sia il nuovo Parlamento finalmente eletto e non più nominato a metterci mano. In linea di principio, sono tutti argomenti, se non condivisibili, almeno rispettabili. Ma completamente fuori dalla realtà.

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Se i 5Stelle stanno a guardare

Pubblicato il 19 gennaio 2014 su Temi e Riflessioni da admin

Se i 5Stelle stanno a guardare

di Marco Travaglio, da Il Fattoquotidiano del 5 gennaio 2013

(e su Pagine on line n.198 di lunedi 6 gennaio 2014.a cura di Alfredo Giusti)

Mi scrivono diversi elettori dei 5Stelle per contestare il mio articolo “I guardiani dello stagno”. In sintesi, ripetono ciò che dice Beppe Grillo. 1) Di Renzi non c’è da fidarsi, men che meno del Pd. 2) Noi non facciamo accordi con nessuno e il nuovo sistema elettorale lo discutiamo in Rete con la nostra base. 3) Questo Parlamento è delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum e dunque non può riformarlo. 4) Napolitano deve sciogliere le Camere, mandarci a votare con il vecchio Mattarellum e lasciare che sia il nuovo Parlamento finalmente eletto e non più nominato a metterci mano. In linea di principio, sono tutti argomenti, se non condivisibili, almeno rispettabili. Ma completamente fuori dalla realtà.

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I legislatori del futuro

Pubblicato il 28 dicembre 2013 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

I legislatori del futuro

Barbara Spinelli

sulla Repubblica di martedi 24 dicembre 2013

(e su “PAGINE ON LINE” n.192 di venerdi 27 dicembre)

SEI anni sono passati dall’inizio della crisi, e tre sono gli stati d’animo di chi in Europa governa lo squasso o lo patisce. C’è chi si complimenta con se stesso, convinto che il peggio sia alle spalle: nei Paesi debitori le bilance di pagamento tornano in pareggio, l’intervento lobotomizzatore è riuscito, anche se il paziente intanto è stramazzato. Ci sono i catastrofisti, che ritengono euro e Unione un fiasco.

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Auguri Milanocosa 2013

Pubblicato il 15 dicembre 2013 su Temi e Riflessioni da Maurizio Baldini

AUGURI

A chi non smette mai

di ricostruire speranza

MILANOCOSA

Lamento fa bene solo al tremolio del mento
o a lisciare la lingua impastata, si disse
alla fine di una giornata passata a
contare grani di un rosario che da qualche
decennio le teneva compagnia rassegnata.

Si disse finalmente che la ricchezza
della vita stava nell’esaltare il sapore
di questa ricchezza, attesa anche quando
tutto diceva che era una sciocchezza

Adam Vaccaro

Progetti della finanza e progetti sociali

Pubblicato il 12 dicembre 2013 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

NUOVA FINANZA PUBBLICA

Per una Grande Trasformazione Sociale

Vittorio Lovera (Attac Italia) sul Manifesto di venerdi 6 dicembre 2013

Da quando è iniziata la crisi sentiamo ogni anno ripetere come, a partire dall’anno successivo, si potrà intravedere una ripresa e l’uscita dal tunnel. Naturalmente a patto che seguiamo, come soldatini obbedienti e rassegnati, o le politiche di ferrea austerità che, dalla Troika fino ai governi nazionali, continuano ad essere applicate a dispetto di ogni evidenza sui fallimentari risultati, o quelle più sfrenatamente monetaristiche del «quantitative easing» che hanno condotto gli Usa sull’orlo di un default per ora solo temporaneamente differito.
Su questa grande Crisi, generata proprio dall’applicazione sfrenata delle politiche neoliberiste, i poteri forti, lobbies finanziarie e ceto politico, rilanciano una nuova diabolica fase, la «finanziarizzazione 2.0»: restringimento degli spazi democratici, premierati forti e grandi intese, ma soprattutto privatizzazione selvaggia di tutti gli assets da cui estrarre ulteriore ricchezza (acqua e beni comuni, trasporti, sanità, welfare, scuola, patrimonio immobiliare pubblico, ambiente).
A partire dalla grande esperienza del movimento dell’acqua (27 milioni di cittadini che bocciano sonoramente le privatizzazioni di acqua, trasporti e rifiuti), ai recenti momenti di piazza per la difesa della Costituzione, del lavoro, per il diritto all’abitare e contro le grandi opere, per la tutela della salute e dell’ambiente fino allo spontaneo ammutinamento di Genova, si palesa l’esistenza di una maggioranza culturale del Paese che si oppone a qualunque ulteriore progetto di finanziarizzazione.
Il nesso netto e radicale tra tutte queste vertenze può proprio risultare un progetto forte e condiviso di «nuova finanza pubblica e sociale», possibile medium coeli per tutti i beni comuni.
«Come si esce dalla Crisi – per una nuova finanza pubblica e sociale» Edizione Alegre è il manifesto collettivo, costruito dal basso e frutto di oltre due anni di assemblee pubbliche in tutta Italia, che permette ora di elaborare/concordare una prima fase operativa per un percorso comune di trasformazione e di riappropriazione sociale, che sappia unire e ridare speranza ad intere generazioni, consentendo di invertire la rotta e di uscire dalla Crisi, andando a ragione ben oltre Keynes.
Sfogliando le pagine di questo libro ci si accorgerà di come le cose non siano mai state come ce le hanno raccontate: quarant’anni di fondamentalismo neoliberista hanno generato il massimo delle diseguaglianze sociali e la crisi profonda del capitalismo ha squadernato tutti i suoi errori sistemici in campo economico, finanziario, sociale, ambientale e climatico, rendendola difficilmente reversibile.
Gli Autori (Bertorello, Corradi, Lovera, Baranes, Risso, Errico, Malabarba, Viale, Gesualdi, Tricarico, Bersani, Millet e Toussaint) smontano le teorie del debito pubblico, propongono l’auditoria del debito quale controllo partecipativo popolare, definiscono una nuova equità fiscale che parta dalla tassazione reale della finanza speculativa per giungere alla lotta senza quartiere ai paradisi fiscali e alla «finanza ombra», prendono a utile modello le buone pratiche dell’Altra Economia e della Finanza Etica, propongono una completa e radicale rivisitazione di scopi e finalità del sistema bancario, ragionano su nuove pratiche auto-organizzate di lavoro e di riconversione ecologica della società. Infine propongono un’innovativa forma di finanza pubblica e sociale che, con la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti, garantisca la possibilità di finanziare gli enti locali e di strutturare piani per nuove forme di economia sociale territoriale, di tutela dei beni comuni e di un modello sociale alternativo per il Paese. Si esce dalla crisi solo uniti, decisi, e radicalmente innovativi, motori mobili di una Grande Trasformazione Sociale.

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Censura su Mandela e Castro

Pubblicato il 11 dicembre 2013 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Si possono avanzare anche parecchie critiche a Castro e al regime cubano, ma sono indubbi i contributi internazionalisti dati, per esempio, alla lunga lotta di liberazione guidata da Nelson Mandela. Il quale non è stato un pacifista o una specie di Gandhi africano – come le retoriche dei media e dei leaders occidentali lo hanno voluto incorniciare – ma deve essere ricordato anche per la lunga e complessa lotta armata, senza la quale nulla sarebbe cambiato.

A.V.

Censura su Mandela e Castro

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Falsità e impotenze del governo Letta

Pubblicato il 7 novembre 2013 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

LE IPOCRISIE DI UNA MANOVRA FANTASMA

Tito Boeri sul Fatto del 2 novembre

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Anche se San Giuda ci ha solo sfiorato, i tanto decantati germogli di ripresa hanno smesso di crescere. A ottobre gli indici di fiducia di consumatori e imprese sono tornati a diminuire. Calano i prezzi, ma anche i consumi, perché il mercato del lavoro va di male in peggio: il nuovo picco dei disoccupati è a 3 milioni e 200 mila. Il rischio che si innesti una spirale deflattiva, in cui i consumatori rimandano piani di acquisto perché pensano che i prezzi possano calare e le imprese tagliano i salari perché calano gli ordini è tutt’altro che remoto. Gli ordini per le imprese che producono solo per il mercato interno sono diminuiti di un ulteriore 10 per cento da inizio anno e difficilmente si riprenderanno in assenza di misure di sostegno della domanda. Purtroppo la legge di stabilità non ne prevede. Si discute ora su come riscriverla nel passaggio parlamentare e la ridda di voci sui contenuti della manovra non si è arrestata neanche dopo la presentazione di un testo in Parlamento.

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Inferno Niger

Pubblicato il 5 novembre 2013 su Resoconti da Adam Vaccaro

Inferno Niger. Mano dura contro i migranti: arresti e campi smantellati

Rita Plantera sul Manifesto di domenica 3 Novembre 2013

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Scappano dalla fame, dalla mancanza d’acqua, dalla povertà e dall’uranio, lungo le vecchie rotte delle carovane del Sahara nigerino per raggiungere la Libia e l’Algeria e da lì attraverso il Mediterraneo arrivare in Europa, a Malta, Lampedusa, Pantelleria.

Spesso però vengono risucchiati dal silenzio surreale del deserto senza lasciare traccia o si fermano nelle città di confine come Agadez, a 1300 km dal confine libico. Agadez, la porta verso il Maghreb e biforcazione per Sebha in Libia e Tamanrasset in Algeria, città desertiche da tempo ormai divenute snodi migratori per i disperati delle traversate trans-sahariane. Ma per il governo nigerino questi dannati sono soltanto migranti clandestini e i loro stanziamenti di fortuna in queste città sono «ghetti».

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