B. vivo e morto
Dissonanze
B. da vivo e da morto, che parla anche da morto. E noi siamo vivi?
Lo scenario dei cicalecci masmediatici, unito al prevalente silenzio intorno, è purtroppo la riprova del precipizio in cui è finita l’Italia, come corpo sociale e come eredità culturale.
Una vergogna celebrata da caste politico-economiche con in testa il massimo rappresentante istituzionale. Un (quasi) unisono coro dell’esercito di media e voci di tanti devoti arricchiti alla corte del Capo scomparso. Comprensibile per loro inchinarsi e ringraziare. Ma tutti gli Altri, cioè Noi, abbiamo il diritto di difendere un po’ di sale in zucca e dignità, rifiutando di osannare la mezza verità elevata a Verità?
Tuttavia, arrivare al “funerale di stato” e al “lutto nazionale” era un oltre impensabile, segno che tutti gli argini dell’etica e del rispetto di sé sono crollati!
Faccio seguire perció la lettera di Tomaso Montanari, una delle poche voci dissonanti, rispetto alle orazioni dominanti e ai silenzi proni di politica e cultura.
Adam Vaccaro
***
Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/…/bandiere-mezzasta-sugli…) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
Tomaso Montanari
Professore di Storia d’Arte Moderna e
il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena
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