Senza categoria

Per Alberto Mari

Pubblicato il 22 ottobre 2024 su Senza categoria da Adam Vaccaro

E’ mancato Alberto Mari

Ho appena appreso dalla figlia Ilaria che è mancato Alberto Mari, e mi associo al dolore della famiglia. Anche per me Alberto è stato un caro amico, fonte di molti scambi. Sapevo che non stava bene e purtroppo da parecchio non ci sentivamo.

Con le nostre sentite condoglianze

Adam Vaccaro

Buon 25 Aprile

Pubblicato il 24 aprile 2024 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Buon 25 Aprile!
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Che il 25 aprile ci dia rinnovate energie di resistenza al vento malsano in atto!

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Quelle quattro note

Quelle quattro semplici note
che entrano – si dice qui nel
cuore – come la voce di una
amante che comanda sopra il
crinale tra l’io travolto e la sua
essenza ripresa. Ciao bella ciao,

voce dell’anima persa e a un tratto
ritrovata come una vecchia moneta
che suona, tin tin fra le dita, tintinnante
ancora tra i ricordi che aprono le cateratte
del cielo, un cielo ancora possibile – unico
tra passato presente e futuro – un cielo che
è ora negato ma ritrova il sogno resistente
battente forte sulle note della nostra identità.

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Memorie di Fausta Squatriti

Pubblicato il 23 aprile 2024 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Memorie di Fausta

Fausta Squatriti ci ha lasciati. È l’ennesima tessera che scompare in quel mosaico chiamato Milanocosa, che ho sognato, realizzato e che per un quarto di secolo ha segnato e riempito non solo la mia vita, perché ha lasciato una somma di tracce di non poco rilievo per tanti. Tracce di un percorso arduo e interdisciplinare che ha coinvolto ambiti speculativi e arti, con al centro una visione di poesia che non fosse solo carta e righe spezzate. Alimentata da una attenzione appassionata all’orizzonte sociale, in cui si voleva e si vuole essere parte, e non un mondo a parte.
Tale condivisione profonda si è poi tradotta, in particolare con Fausta, in carteggi e discussioni accese, in riunioni anche a casa sua, da cui sono scaturite iniziative importanti, tra le quali, la pubblicazione di uno dei libri di Milanocosa, che ho curato con lei, 7 parole del mondo contemporaneo.
Di questo sogno e questo poièin Fausta è stata da subito parte attiva, condividendolo nella visione e nel fare, lei stessa impegnata oltre che in creazioni d’arte visiva, in scritture in prosa e in poesia, con risultati di rilievo a livello nazionale e internazionale. Era la figlia di Lina Angioletti, entrambe per me linfe preziose per l’avvio e il percorso avventuroso e molteplice di Milanocosa. Come critico mi sono occupato di entrambe, sollecitato dalle loro opere, scritti che sono stati pubblicati in libri e riviste, ma prima di tutto dal sito di Milanocosa.
Ma Milanocosa ha ereditato da Fausta quel segno che la rappresenta, il logo da lei creato, di una immagine di intrecci interdisciplinari perseguiti dall’Associazione nella scritta sottostante, Voci Intrecci Progetti, sintesi dell’anima, direi, del lungo difficile fare collettivo, nella tensione di una conoscenza pur interminabile, che la Cultura più ricca deve perseguire – in particolare in un contesto quale quello degli ultimi decenni, tendente costantemente a chiudere, anziché ad aprire orizzonti più umani.
Tuttavia queste somme di azioni, scambi, iniziative e risultati collettivi, non mi bastano a delineare una memoria a lei dedicata, se non aggiungessi un legame affettivo profondo, che oggi deve prendere atto di una perdita dolorosa, di un addio ineluttabile e imposto dai nostri limiti cui dobbiamo piegarci.
23 Aprile 2024

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Trasmutazioni – Adam Vaccaro

Pubblicato il 7 aprile 2024 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Novità editoriali
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puntoacapo Editrice comunica l’uscita del mio “Trasmutazioni – Alchimie in Caoslandia”, con Prefazione di John Picchione e Postfazione di Gabriella Galzio.
Adam Vaccaro

Per gli interessati, segue il link utile per la prenotazione.

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Tu non lo sai

Tu non lo sai quando e come
l’ala gelida del male ti passa accanto
né come è successo che la sua aria nera
abbia solo sfiorato i polmoni e quest’acqua
putrida di mafia non abbia ancora toccato
la tua pelle. Ma aspetta
ancora un po’ fiducioso e immobile e ne
sentirai presto l’alito e il fetore. Ché se
avrai ancora un po’ di pazienza potrai
sentire anche i denti – che dei sapori
d’amore amano il caldo suo sangue

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Pasqua 2024

Pubblicato il 29 marzo 2024 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Auguri di Pasqua
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Che l’umanità possa vincere
Sui progetti criminali di guerra

Milanocosa

Auguri 2024

Pubblicato il 9 dicembre 2023 su Senza categoria da Maurizio Baldini

Auguri 2024
di voli ritrovati

Milanocosa

Si libra libero

fantasma alieno che

traspare ignoto e resiste

Adam Vaccaro

Commiato per Anita Guarino Sanesi

Pubblicato il 16 novembre 2023 su Senza categoria da Maurizio Baldini

Commiato per Anita Guarino Sanesi

Replico il messaggio della cerimonia di commiato della cara Anita Guarino Sanesi al Cimitero Monumentale di Milano.
E nell’occasione voglio condividere qualcuno dei segni accumulati nei due decenni scorsi, prima fuggevolmente con Roberto Sanesi agli inizi degli anni 2000, poi con Anita estes e ripetuti. Sanesi è stato uno dei grandi poeti contemporanei con cui ho avuto la fortuna di interscambi, personali e culturali, a partire dalla poesia. Mi ha onorato con cordialità e stima, dopo aver letto due miei libri a cavallo degli anni ’90. La morte ha purtroppo interrotto i colloqui in presenza, ma sono proseguiti con letture e saggi (vedi i n. 2006 -2007 di Lunario Nuovo di Catania, diretto da Mario Grasso). Il mio saggio, La scarpa destra nel gorgo, sull’Opera di Sanesi, è stato certamente una delle tappe e dei pilastri fondamentali della mia ricerca teorica dell’Adiacenza.

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Il rumore della nebbia – Mauro Macario

Pubblicato il 16 settembre 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

AI GUERRIERI SENZA SPERANZA

Adam Vaccaro

Mauro Macario, Il rumore della nebbia, puntoacapo Ed.. 2023, pp.80, € 12

Questo piccolo grande libro esalta i fuochi di sensi che Mauro Macario inanella lungo tutto il suo percorso espressivo. Confesso di esserne entusiasta tifoso, poco adeguato a un distacco critico, ma non può essere altrimenti per gli echi di una Musa e una musica, cui in anni lontani ho dato il nome di Adiacenza.
La raccolta è stata dettata da una concentrazione creativa – specifica l’autore in una nota – tra febbraio e marzo di quest’anno. E già questo rovescia tante remore che invitano chi scrive versi a por tempo in mezzo e raffreddare il canto che sale in gola prima dargli forma. Un suggerimento certo utile, in certi casi, per la ricerca della migliore condensazione e intensità. Ma il poièin non fa che smentire ogni suggerimento normativo assoluto al suo progetto ignoto, per cui altre volte ci grazia di versi perfetti, che sembra siano frutto solo del tempo emozionale breve al fondo del loro fiorire, mentre in effetti, quei risultati sono l’epilogo di tutta la vicenda creativa precedente di un autore.
Ho ricordato altrove l’aneddoto di quel compratore di un’opera di Picasso che ne lamentava il costo, obiettando che per la sua realizzazione c’era voluta solo mezz’ora. Al che Picasso rispose: no, per creare quest’opera ci sono voluti quarant’anni più mezzora.
Anche i versi di questo libro nascono solo apparentemente in due mesi, perché, anche senza conoscere il percorso precedente di Mauro, è impossibile siano il frutto di soli due mesi, così innervati e vibranti – come dice nella Prefazione Marco Ercolani – nella loro congiunzione o con-fusione al calor bianco, di pensare e sentire, con una tessitura di cesure e continuum, dal sapore diaristico e poematico.
Sono testi che nascono e vivono nell’indicibile cui il poeta dà il nome di nebbia, con rumore costitutivo di una diade che non è semplice metafora, ma essenza, immagine metonimica del contesto. Del quale è implicita denuncia della sua cacofonia consustanziale alle derive che produce e in cui stiamo scivolando catatonici – come la famosa rana, ignara e bollita in una pentola libera e mortale. E alla quale i versi contrappongono la loro musica.
Ne scaturiscono squilli di avvisi, per chi ha orecchie, resistenti a un contenitore di buio accecante e silenzio assordante, rispetto al quale solo alcuni si affannano a resistere, al pari del tenente Drogo chiuso nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari buzzatiano. Nel breve orizzonte temporale non ci sono concrete possibilità di vittoria sui noti-ignoti scenografi del destino e declino in atto, i quali possono deridere e appellare con epiteti squalificanti i guerrieri solitari che saltano su punte luminose e lancinanti, come le scarpette su cui si libra una etoile. Guerrieri danzanti che non si arrendono, cui questo libro offre un esempio di canto ed epica moderna.
È di pochi poeti offrire un taglio spietato e disincantato che ci fa saltare da un verso all’altro, da orrori senza fine a delizie di una vita che resiste e non smette di rinascere.
“Navi da guerra spumeggiano/ al largo/ incrociando il destino/ su mine vaganti/ morire per la patria/,,,/ Motoscafi Riva/ in volo sull’acqua/ esaltano i primi bikini/…/ C’è di tutto in questo mare/ elmetti incrostati di corallo/ l’estasi della rinascita/ giovinezze sbudellate/ …/Una fauna esotica/ concima le coscienze/ in un acquario necrotico/ tra oblio occidentale/ e romantiche adolescenze/ un disordine perfetto/ uno stile di nuoto/ per restare a galla/ tra rimpianti canterini/ e grida di soccorso/ morire di letargia” (Crociera forza sette, pp. 13-14)
Ma non sono solo frecce avvelenate contro le ignobili crociere di guerra che ci stanno disegnando il futuro, perché il testo è in effetti il libretto di un’opera concertante, che non si accontenta di scagliarsi contro le ignominie del mondo in cui viviamo, deve dare voce anche agli incubi umanissimi creati in noi mentre incrociamo panfili, portaerei e zattere disperate nel mare-caos che ci regala le sue schiume. E allora occorrono altri tasti, oltre il sarcasmo e l’invettiva, risuonano accenti di scorticante autoironia, che ampliano i sensi con capacità di alleggerire l’orchestrazione, anche se elencano sbocchi privi di salvezza.
Questo il pregio della poesia autentica di questo libro, che sa rovesciare come una clessidra l’angoscia, facendone un fiore, seppure di sapore amaro e marcescente. La maestria dell’Autore sa trasmutarla in un fiore, anche se sa di sangue, cuore trafitto, intelligenza tramortita e calvario – tanto da far ricordare il pirandelliano uomo dal fiore sulle labbra – che tuttavia non produce in noi un ripiegamento lamentoso, perché esplode la coscienza della ricerca e dell’urgenza collettiva di un’uscita da quella pentola.

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Red Carpet di Mario M. Gabriele

Pubblicato il 12 settembre 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Essere o Morire – moltiplicando sensi e realtà
Adam Vaccaro

Mario M. Gabriele, Red Carpet, Edizioni Progetto Cultura, 2023

Questo testo di Mario M. Gabriele è una summa del lungo percorso dell’Autore. E il termine è qui con echi più tesi a sommità che somma. In tal senso, il libro è una sorta di ossimoro canzoniere-oratorio entro l’orizzonte distopico della totalità tempo-spaziale in cui stiamo vivendo, fase di hybris che, mentre rovescia in ottimismo idiota l’ironico avviso leopardiano di Magnifiche sorti e progressive, ci degrada in crescente e inesorabile disgregazione. Che fare e dire in tale contesto?
Nella Nota dell’autore in apertura del libro, Gabriele sintetizza la sua visione e la relativa azione creativa, che parte da una intervista del 2021 a Fausto Curi, “dal titolo: Il Gruppo 63 e il manto di stelle sulla letteratura”, e una domanda “Cosa pensa del nuovo?, cui la risposta legittima sensi positivi: “incrina le fondamenta di quello che gli preesiste…abolisce lo stanco presente e rende presente il futuro”. Ne consegue la domanda successiva: ”E la tradizione?”, con risposta che aggrega riducendo l’alone di assoluto precedente : “Esistiamo perché esiste la tradizione.: è la nostra madre. Il nuovo non può cancellarla. Deve solo integrarla e mutarla.”
Dopo di che Gabriele, rapporta tali affermazioni al linguaggio del proprio libro, che definisce “tecnologico ed extra territoriale”, chiosando che “Il valore di un testo poetico non sta nella lunghezza o brevità del verso, quanto nella capacità di trasmettere il senso di una immagine, di un evento e di un trauma…al lettore”, mentre ribadisce che rileva che la “continua trasformazione” tra “passato e presente” è “evento normale nel corso del tempo”. Tuttavia, entro tale incessante successione, oggi “Ciò che manca è la coscienza del poeta nello scrivere”.
Una coscienza ridotta della complessità in cui viviamo che è non solo dei poeti, rispetto alla “società commerciale” fondata su “sfruttamento economico”, in cui “il Tempo annienta l’esistenza riducendola a perenne Vuoto”. Ne scaturisce, per l’Essere heideggeriano, “un chiuso perimetro all’interno del quale non vi è salvezza”.
È una condizione che può tuttavia produrre effetti positivi o negativi per chi scrive, in relazione alla sua capacità di moltiplicare realtà, che passa sia dalle modalità del fare del poièin, sia dalla sua energia di produrre condivisione. Un processo che ci riporta alla distinzione di Hegel tra “immaginazione riproduttiva” e “produttiva”, la prima che riproduce “intuizioni sensibili interiorizzate”, note e già denominate, la seconda che produce segni che danno nome al nuovo.
In rapporto a tali versanti di complessità della scrittura, Mario Gabriele conclude con sintesi esemplare: “è il tessuto organico che ogni poeta ha con sé” a produrre un nuovo capace di moltiplicare realtà, e a non ridursi a fare “semplice scrittura creativa” (pp. 5-6).
Da così ardue e lucide premesse, ne consegue un testo che non teme di declinare un calvario lancinante dell’Essere, entro la china distopica imposta dai poteri in essere nell’attuale fase storica. Un Essere che nel testo esplode incarnato nei milioni di esseri, fratelli o nemici con nomi conosciuti e sconosciuti.
L’Autore si pone tra dettati didascalici e spietato sarcasmo, che aumenta il piacere del testo moltiplicando sensi del nondetto, spazzando via nel contempo ogni forma di illusione salvifica. Citiamone qualche stralcio e brano, di una carrellata a tratti mozzafiato:
“Abbiamo messo insieme hi-tech e umanoidi/ convinti che ciò che abbiamo non sia sufficiente/ nel New Market, al colmo di fish and chips” (p.100);
“Elisa Pietrosanti volle esporci/ l’Universo in Entropia/ ma ne uscimmo con il Big.Crunch/ senza l’oracolo di Davide” (p.101):
“L’effetto peeling si notò dopo un mese/ sul suo viso con la crema Rocher./ Diventare estetista/ non era nelle intenzioni di Rosalinda” (idem);
“Nell’adunata culturale di settembre/ vennero in pochi a seguire le digressioni/ su storia e arte, poesia e filosofia” (idem);
“Grazie, cari anni di luci e colori/ ora che la strada porta al check-in/ senza by-pass e account./…/ C’è solo un vuoto a perdere,/ un buco nero nelle galassie dell’universo.” (p.104):
“ Tu, Bertolt Brecht, marxista ed esule,/…/ non so quante parole aliene ci mettesti/ nelle Cinque difficoltà di scrivere la verità/ già pietra miliare per Benjamin/…/ Nel tuo lascito ai Beni Culturali/…/ dove Sul muro c’era scritto col gesso/ viva la guerra./ Chi l’ha scritto/ è già morto.” (pp. 105-106)
“La casa va rinnovata”/ …/ oggi non è un bel giorno/ per le donne di Teheran/ nonostante il velo e le lettere di Iwojima/ e le Primavere Arabe.” (pp126-127);
“Dall’alto a sinistra della casa,/ sopra il tetto, c’era un nastro bicolore/ con l’avviso; ‘Attenti alla notte!’” (p.1238):
“Col tempo torneremo da dove siamo venuti/…/ Ci concentrammo sulla cosmologia moderna/ e il nichilismo, l’Essere e la forma”, intanto che “Una storia di comunità miste/ portò all’apice della guerriglia./ Tutti i dolori e gli amori del mondo./…/ nel giorno di San Silvestro/ per un nuovo Calvario.” (pp. 76-77)
Sono galassie vitali, in cui non ci sono glasse o aliti consolatori, ma è solo a partire dalla coscienza dello Zero disegnato sotto i piedi e davanti ai nostri occhi – spesso ignari e stupiti – che è possibile rielaborare il bisogno antropologico primario di un altro orizzonte. Credo sia questo il senso doloroso e tragico, ma necessario, che il testo trasmette.
12 settembre 2023

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Auguri Agostani

Pubblicato il 31 luglio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Auguri Agostani

Pur tra orizzonti drammatici diversi, di guerra e di fenomeni sempre più gravi di squilibrio naturale, vi auguro una parentesi agostana di ri-creazione e ristoro di energie, in vista della prossima stagione di ripresa di auspicabili rinnovate iniziative.

Con auguri adiacenti

Adam