I timori hanno avuto le peggiori conferme. Altro che discontinuità rispetto a Berlusconi!, che continua a fare il palo della cuccagna di caste privilegiate e bande (legali e illegali).
I timori hanno avuto le peggiori conferme. Altro che discontinuità rispetto a Berlusconi!, che continua a fare il palo della cuccagna di caste privilegiate e bande (legali e illegali).
E gli altri della “maggioranza”? pifferi e cornamuse natalizie proni o insignificanti come prima, mentre la parola equità è diventata un mantra che copre scelte di una volontà di infierire, in nome dell’Italia e dell’Europa, con un vero e proprio odio di classe verso chi ha già poco.
DAL LAVORO ALLA TOMBA
Franco Pinerolo
In queste ore sono filtrate indiscrezioni sull’ipotesi di innalzare le pensioni di anzianità a 42-43 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica, di elevare ulteriormente l’età pensionistica per le donne del settore privato, e di bloccare l’adeguamento all’inflazione delle pensioni in essere. Si tratterebbe di provvedimenti iniqui e inaccettabili, in contrasto con la tanto decantata “discontinuità” rispetto al governo Berlusconi, proclamata dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti. In questo senso, non è piaciuto neppure il tono autoritario con cui Monti ha fatto capire di voler portare avanti queste “riforme”, senza cioè il necessario confronto e consenso con le parti sociali.
Nel turbinio economico-politico in atto, in cui l’Italia – grazie ai disastri del pagliaccio di Arcore e alle carenze di tutta la casta politica – è sempre più pedina di potenti manovre finanziarie e di mediocri burattinai europei, alias Merkozy di turno, si pone il problema del che fare per chi riflette criticamente (con un pensiero altro dalle logiche dominanti) su ciò che accade, in mancanza di referenti politici affidabili.
UNA LETTERA DA STRACCIARE
Con la lettera di Berlusconi a Bruxelles è stato imposto un nuovo giro di vite contro pensionati e lavoratori italiani. Queste manovre economiche oltre ad essere inique sono pure inutili: insistendo infatti con le cosiddette politiche di “austerità”, la domanda di merci, la produzione, l’occupazione, i redditi e quindi anche le entrate fiscali si ridurranno ulteriormente, per cui diventerà sempre più difficile rimborsare i debiti. In questo modo si scivola verso la recessione e la depressione economica, che comporta un calo del prodotto interno lordo, e alla fine il rapporto debito/pil sarà addirittura aumentato, e anziché contrastare la speculazione finanziaria, si finirà per alimentarla. È proprio a causa di tali politiche che la Grecia è già tecnicamente fallita, e proseguendo lungo questa via anche l’Italia, col Portogallo e la Spagna, finirà per incamminarsi verso un inesorabile default
ChiAmaMilano
Largo Corsia dei Servi 11 – MILANO
L’EUROPA DI MAASTRICHT E QUELLA DEI POPOLI
Autografi e scarabocchi
Guido del Giudice
(Giordano Bruno)
L’articolo pubblicato sul Corriere della Sera a pag. 39 dell’edizione del 17/04/2011, dal titolo “Il notaio fotografò Giordano Bruno sul rogo” mi suggerisce alcune amare considerazioni. Tralasciando il giudizio sulla significatività della testimonianza presentata, mi vien da chiedermi quali siano oggi i veri valori della cultura e chi ne detenga il monopolio. Mi spiego meglio. Studio Bruno da decenni, ho pubblicato libri, ripercorso personalmente la sua peregrinatio, collaborato a cortometraggi, video, mostre, convegni, e ho dovuto continuamente fare i conti con l’egemonia e la protervia della classe accademica. Mi direte: cosa c’entra questo con l’articolo in questione?
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