Saggi Società

La potenza della scrittura e il potere – Massimo Pamio

Pubblicato il 8 ottobre 2020 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Una serrata analisi della visione del fare letterario che vuole misurarsi con quel terrible object, quale è il potere. Può esistere e resistere tale ipotesi e azione, nello  scenario odierno dello straopotere acquisito dal capitale finanziario globale? Il quale, tra concentrazioni di capitali, strumenti tecnonoligici e ideologia del pensiero unico neoliberista, ha asservito senza troppi ostacoli anche le forze di opposizione critica e sociale della sinistra del secolo scorso. il saggio che segue di un poeta e critico come Massimo Pamio, cerca almeno di porre il problema alla riflessione dei pochi  sensibili a tali domande, o al sogno di possibilità oggi non contemplate.

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Tiranni – Waller R. Newell

Pubblicato il 9 marzo 2018 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Waller R. Newell, Tiranni, Bollati Boringhieri, Torino 2017.

Vasta, approfondita disamina del fenomeno della tirannide dal mondo antico ai nostri giorni, da Achille ad al-Qaeda, da Omero, i tragici greci, Platone, Aristotele a Machiavelli, Hobbes, Heidegger.
Newell considera la tirannide come una caratteristica permanente della storia umana in antitesi dialettica con il liberalismo e la democrazia.
L’autore distingue tre tipologie di tiranni: 1) il tiranno giardiniere (Gerone I di Siracusa, Nerone, Franco, Somoza) che dispone del proprio paese, delle sue risorse come se fossero un patrimonio personale per favorire famigliari e sodali. Gli eventuali benefici per i sudditi sono vicari agli interessi del tiranno. 2) Il tiranno riformatore (Alessandro Magno, Giulio Cesare, i Tudor, Luigi XIV, Federico il Grande, Napoleone) che attua progetti su larga scala di rinnovamento legislativo, sociale, urbanistico, che migliorano le condizioni di vita e spesso creano le condizioni di una modernizzazione. 3) il tiranno millenarista (Robespierre, Stalin, Hitler, Mao, Pol Pot, i jihadisti di oggi). Ispirati da elevati e rigorosi ideali morali e da progetti utopistici, in nome del bene delle masse e di un ritorno alle origini, commettono, senza remore, omicidi di massa, guerre, genocidi. Questa tipologia appartiene alla storia modera, a partire da Rousseau e dalla fase giacobina della rivoluzione francese.

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I MONDI CHE SIAMO -Eleonora Fiorani

Pubblicato il 8 ottobre 2017 su Saggi Società da Adam Vaccaro

ChiAmaMilano

Via Laghetto 2 – Milano

24 ottobre 2017 – H 17,30

Associazione Culturale Milanocosa
presenta
A cura di Adam Vaccaro

I MONDI CHE SIAMO
Nel tempo delle ritornanze

di
Eleonora Fiorani
Lupetti Editori 2016

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Dialogano con L’Autrice
Fabrizio Schiaffonati – Architetto e Professore al Politecnico di Milano
Adam Vaccaro – Poeta e critico

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Un libro che si misura con i nodi cruciali che contraddistinguono l’epoca che viviamo, “che non ha ancora trovato un’adeguata definizione dopo quella di postmoderno di Lyotard”, il che implica una nuova “visione del tempo che mette in campo non solo la contemporaneità di presente-passato e futuro, ma i molti e diversi tempi che si intrecciano o si oppongono in uno spazio dilatato all’intero globo”, ”in cui si articolano le relazioni tutt’altro che pacificate tra locale e globale”.
Un libro che apre il nostro sguardo e ci invita a dare corpo
a una visione altra e oltre l’ideologia dominante.

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Il viaggio di Eleonora Fiorani

Pubblicato il 27 settembre 2017 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Il viaggio di Eleonora Fiorani
ne “I mondi che siamo – Nel tempo delle ritornanze”

Adam Vaccaro

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Il punto di partenza e i mondi che siamo

Questo ultimo libro di Eleonora Fiorani, “I mondi che siamo – Nel tempo delle ritornanze” (Lupetti, Milano, 2017), è, come del resto gli altri suoi lavori saggistici, un ulteriore anello della sua ricerca multidisciplinare. Sin dalla sua “Nota d’Avvio”, dice: “Viviamo in un’epoca in cui si susseguono profonde metamorfosi e…contraddittorie trasformazioni del mondo che…credevamo di conoscere“. “Diversi sono perciò i modi di vivere il trapasso epocale della seconda modernità a una nuova epoca che non ha ancora trovato una definizione dopo quella di postmoderno di Lyotard…perché ogni nuova concezione della storia implica una visione del tempo”.
E aggiunge: “nell’intreccio dell’’adesso e del già stato’ – la definizione è di Didi-Huberman – oggetti, avvenimenti, modi d’essere, sensibilità estetiche si inabissano e scompaiono e poi ritornano”, cambiando “il loro uso, valore…statuto antropologico”, insieme al “nostro sguardo”.
Assumeremo quindi, dice l’Autrice, “una visione del tempo che mette in campo non solo…presente-passato e futuro, ma i molti e diversi tempi che convivono e anche si intrecciano o si oppongono in uno spazio dilatato all’intero globo”. “È…un aspetto che ci ha lasciato il Novecento nei modi in cui…ha posto come centrale la questione del tempo, della memoria e della storia, facendo emergere la sua complessità tra “presente attivo…passato reminiscente, sul tempo delle ritornanze…sulle fratture, sui processi inconsci che li accompagnano”. “Già Nietzsche, da cui è partita l’analisi della crisi dei valori nella cultura occidentale, con l’eterno ritorno aveva messo in discussione il tempo cronologico…ed era ritornato sulla circolarità del tempo e sulla ripetizione della cultura. E lo ha fatto ponendo anche il passaggio dall’ontologia all’estetica”. Con “Un nesso stretto” che “collega…Nietzsche e il disagio della civiltà di Freud.
Tutto ciò ha posto implicitamente la necessità di un rinnovamento delle metodologie” di analisi “del testo visivo e della critica estetica” con i contributi di Bataille, di Leiris, di Einstein…e ora da Didi-Huberman…del potere delle immagini… intrecciando diversi ambiti disciplinari…antropologia, archeologia, estetica, filosofia perché “’in ogni oggetto storico tutti i tempi si incontrano, entrano in collisione, oppure si fondono plasticamente, si biforcano o si combinano gli uni agli altri’”. Talché “‘futuro passato’ è definizione e oggetto di analisi di Koselleck (1986) della presenza nel presente…del passato e del futuro”.
Questo fa “interrogare il corpo di carne e dei sensi e i suoi nessi con i territori e i luoghi in cui…si iscrive l’abitare”. Dunque “accanto ai concetti” il “potere delle forme e delle immagini di inabissarsi e poi riapparire sotto altra forma”, l’azione de l’”inconscio visivo”, genera “la più profonda o ampia comunione dei contemporanei, aprendo il campo al massimo di senso” attraverso “opere multimediali, di video arte, di narrazioni che intrecciano immagini, suoni, simboli, di nuovi e vecchi media…il linguaggio che tutto parla”.

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Il punto su democrazia e partiti

Pubblicato il 21 gennaio 2017 su Saggi Società da Adam Vaccaro

“Da che pulpito”diMarco Travaglio sul Fatto quotidiano del 19 gennaio 2017

(e da Pagine On Line del 20 gennaio 2017)

Ora che il Tribunale di Roma ha dichiarato eleggibile Virginia Raggi, respingendo il ricorso pidino che voleva sloggiarla dal Campidoglio per il contratto firmato con i garanti Grillo e Casaleggio, i 5Stelle e i partiti dovrebbero evitare di cadere in due errori opposti e speculari: i 5Stelle quello di ritenere che il discorso sulla loro democrazia interna sia chiuso e che non occorra alcuna regolamentazione per le forze politiche; i partiti quello di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, cioè di approvare una norma che metta fuorilegge il M5S se non si trasforma in partito. L’articolo 49 della Costituzione stabilisce che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Concorrere, non gestire in esclusiva. Dunque c’è vita (politica) oltre i partiti: per esempio nei movimenti. Ora, da 68 anni l’art. 49 attende di essere attuato con una legge ordinaria sulla responsabilità giuridica delle varie formazioni politiche. Che oggi sono equiparate ai circoli privati e alle bocciofile, mentre dovrebbero riconoscersi in un pacchetto minimo di diritti e doveri.

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SPECIALE REFERENDUM

Pubblicato il 16 aprile 2016 su Saggi Società da Adam Vaccaro

SPECIALE REFERENDUM

17 Aprile, cittadini o sudditi? Un SÌ oggi per un NO domani di Angelo d’Orsi
A dispetto di chi lo minimizza per disinformazione o malafede, il voto di domenica ha un valore straordinario. Far vincere il “Sì”, per difendere l’ambiente dai signori del petrolio, significa reclamare il nostro diritto di cittadini che non ci stanno a diventare sudditi. E dunque porre una prima pietra, importante, sulla strada che ci dovrà condurre in ottobre al “No” all’infame “riforma” costituzionale Renzi-Boschi-Napolitano.

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Trivelle bugie e futuro

Pubblicato il 30 marzo 2016 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Trivelle. Gianfranco Ganau, Pd, presidente del consiglio regionale sardo fra i promotori della consultazione: «Va definita una politica energetica nazionale che sposti risorse sulle rinnovabili. Grave errore dire ai cittadini che non bisogna andare a votare»

Da Pagine online del 30 marzo 2016

«Il 17 aprile un sì per rispettare gli accordi di Parigi»

intervistadi Costantino Cossu sul Manifesto  di mercoledi 30 marzo 2016

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Diseguaglianza e democrazia

Pubblicato il 16 febbraio 2016 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Diseguaglianza e democrazia.

Intervista a Branko Milanovic

di Nicola Melloni

Fonte: Micromega

Nell’intervista che presentiamo, Branko Milanovic, uno dei maggiori esperti di diseguaglianza economica, riflette sull’impatto politico dell’allargamento di quest’ultima nei paesi occidentali. Quale democrazia, dunque, in una realtà economica sempre più diseguale?

Branko Milanovic è Visiting Presidential Professor alla City University di New York, ed in passato lead economist presso il centro di ricerca della Banca Mondiale. È uno dei maggiori esperti di diseguaglianza economica, autore di numerosi libri tra cui World Apart (2005, Princeton), The Haves and Have-Nots (2010, Basic Books, tradotto in Italia dal Mulino, “Chi ha e chi non ha”), e, di prossima uscita, di Global Inequality: A New Approach for the Age of Globalization (Harvard, 2016). Nel suo seguitissimo blog, http://glineq.blogspot.ca, tratta di temi legati alla diseguaglianza e alla politica contemporanea. Con Micromega ha parlato del suo prossimo libro, dell’importanza della diseguaglianza economica nel discorso politico corrente e dei problemi del capitalismo globale.

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Il funambolo ciarlatano

Pubblicato il 23 ottobre 2015 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Analisi e dinamiche del renzismo

(da Il Fatto quotidiano, il manifesto e Pagine Online del 22 ottobre 2015)

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L’analisi del sociologo Marco Revelli: “Il premier è un funambolo che sta sulla fune senza rete”.

Renzi arrogante come Craxi, ciarlatano come B. (ma è peggio ).

E’ il distruttore, che corre senza fiato e lascerà solo macerie

di Marco Revelli sul Fatto quotidiano di giovedi 22 ottobre 2015

L’emergere di “un populismo di tipo nuovo, virulento e nello stesso tempo istituzionale”. È il tema di “Dentro e contro”, il nuovo libro del sociologo Marco Revelli, in uscita oggi, di cui il Fatto Quotidiano pubblica un estratto. Dal 25 febbraio 2014 l’Italia danza sull’abisso, nelle mani di un funambolo che cammina sulla fune senza rete.E tutti lì sotto,con il naso in aria, a gridargli di accelerare. È l’immagine che emerge dai tanti messaggi augurali pervenuti a Renzi nella giornata del compimento della sua resistibile ascesa. Di Eugenio Scalfari. Di Gad Lerner. Di Mario Calabresi. Di Massimo Cacciari. Del Messaggero e del Sole 24 Ore.Delle Coop e di Confindustria.

Tutti improntati a un’euforia di maniera (bisognava “fare qualcosa”). Tutti in realtà segnati dalla paura. E dalla vertigine. La costante accelerazione, dalle primarie di dicembre in poi, l’ha rivelato: nella sua corsa folle alla conquista del Palazzo, Matteo Renzi ha concentrato su di sé tutto – la crisi interna al Pd, la crisi di governabilità del Parlamento, la crisi di iniziativa del governo, lo stato comatoso dell’economia,la crisi di fiducia della società. Cosicché davvero, se fallisce, cade tutto: finisce il Pd,si scioglie il parlamento,si commissaria il paese, si accelera la dissoluzione sociale.

Motivo per cui, appunto, soprattutto per chi sta nell’establishment o nei suoi dintorni, non resta che sperare. Sperare a prescindere. Contro l’evidenza, che avrebbe dovuto dire che uno così non può farcela. Perché – la cosa si poteva vedere a occhio nudo fin d’allora – il personaggio non ha nè le competenze, nè l’autorevolezza, nè la forza politica (ha seminato troppi cadaveri nella sua marcia forzata), per fare un miracolo del genere, sollevare tutto insieme – partito, istituzioni, paese – come fossero un unico fardello.

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LA NUOVA ETA’ IMPERIALE

Pubblicato il 11 agosto 2015 su Saggi Società da Adam Vaccaro

L’analisi che segue è utile per capire le imposizioni nate dal sistema Euro, o i belati e le menzogne dei capi di governo italiani (dai più grigi a quelli con vocazioni d’avanspettacolo), che con la parola “riforme” mettono in atto la politica più antidemocratica e contraria agli interessi della maggioranza della popolazione (che infatti si allontana e perde fiducia nell’esercizio del voto).

Per capire perché questa politica, senza bisogno di alcuna esercitazione dietrologica, esegue gli ordini trasmessi dagli interessi imperiali della minoranza che domina l’economia capitalistica e la finanza mondiali.

Per capire perché ogni scelta politica di questi ultimi decenni ha comportato impoverimento dei più e incremento esponenziale delle ricchezze di pochi e dei profitti.

Per capire perché anche i fenomeni migratori – nati da guerre e rapine mascherati da inni di progresso, di umanitarismi o di passione democratica – vengono gestiti nel modo insensato e criminogeno che vediamo, che rafforza le xenofobie e le destre peggiori, mentre lascia alla pseudo-sinistra (affiancata da chiesa cattolica e attuale papa) belati buonisti, che diventano conniventi con gli obiettivi di gigantesco abbattimento del costo del lavoro, di guerre tra poveri e crescente barbarie, fino a fenomeni di puro schiavismo.

Per capire perché su questi degradi, come sul cancro delle mafie, o sui compensi osceni di politici, managers privati o pubblici e alti burocrati, nulla dice e soprattutto fa il sistema Euro, mentre è imperialmente categorico su dimensioni di piselli o vongole.

Per capire perché le camicie di forza e i dettami economici imposti da chi ha elaborato l’Euro (che ora mostra la sua natura di crimine di classe che nulla ha a che fare con una Europa dei popoli), implichino la volontà di procedere nell’attuale indirizzo recessivo. Perché questo accentua gli effetti sociali suddetti, e nello scacchiere internazionale rende ancora più asservite le imprese o le economie più incapaci, corrotte e parassitarie (come quella italiana).

Adam Vaccaro

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LA NUOVA ETA’ IMPERIALE

Noam Chomsky

(da dibatti tenuti in Illinois, New Jersey, Massachusetts, New York e Maryland nel 1994,1996 e 1999)

(Fonte: L’Ombra delle Parole, a cura di G. Linguaglossa)

https://lombradelleparole.wordpress.com/2015/08/11/noam-chomsky-il-capitale-speculativo-la-nuova-eta-imperiale-e-lisolamento-tecnocratico-la-stagnazione-basato-su-dibattiti-tenuti-in-illinois-new-jerseymassachusetts-new-york/

Nerone

Nerone

Domanda. Negli ultimi venticinque anni il capitale finanziario multinazionale, piuttosto che negli investimenti e nel commercio, è stato impiegato nelle speculazioni sui mercati azionari internazionali, al punto da dare l’impressione che gli Stati Uniti siano diventati una colonia alla mercé dei movimenti di capitali internazionali. Non ha più importanza chi detiene il potere politico, tanto non sono più loro a decidere le cose da fare. Che portata ha, oggi, questo fenomeno sulla scena intremazionale?

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