Crampi – romanzo di Fausta Squatriti
Malati terminali
La realtà de-scritta nei Crampi di Fausta Squatriti
Adam Vaccaro
La protagonista principale di questo romanzo di Fausta Squatriti – Crampi, Abramo Editore, Catanzaro 2006, pp. 230, 18 € – è una “antropologa fané”, così la definisce nell’articolata e acuta Prefazione Mauro F. Minervino, che cura con Mario Desiati la collana Onde, in cui l’opera è inserita. Antropologa di città, di una realtà metropolitana che pare senza centro nel suo dilatarsi da Milano a Parigi alla Finlandia alle metropoli sudamericane. Ma il centro c’è ed è Milano, anche se per “un vezzo di nomenclatura” non è nominata, come (con poche eccezioni) tutti i personaggi schizzati o adombrati; a cominciare dalla figura, centro del centro, di questa “Antropologa virtuale” (dice la stessa Autrice) o naïf, di cui il prefatore specifica ulteriori connotati che condivido e riporto perché utili a questa lettura: “sobria Bukowsky alla milanese, altoborghese, assolutamente egoista ed elegantemente dissoluta, autodistruttiva e lievemente feroce”, ma anche “belloccia sessantenne, intellettuale, libera, sessualmente disinibita e ostinatamente praticante, madre fallita, mancata suicida”.
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