Anticipazioni

rubrica

Anticipazioni – Franco Buffoni

Pubblicato il 1 ottobre 2016 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni

Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni

Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Franco Buffoni

Inediti: Dall’odore che hanno le reti da pesca; Questa pioggia svizzera; Di quando ci incrociammo nel 2001; Moderni boscaioli; Incidente sul lavoro.

Con un commento di Luigi Cannillo

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La mia genealogia “tematica” è più appenninica che lombarda, o meglio, è giuliano-friulana con Saba e il primo Pasolini, poi bolognese, quindi passa per la Perugia di Penna per giungere alla Roma di Bertolucci. Mi è lecito schematizzare in questo modo: Saba-Pasolini-Penna-Bertolucci vs Sereni-Erba-Risi-Giudici-Raboni? Forse sì. Ma tentando una conciliazione, grazie alla definizione di poetica che proprio il codificatore di Linea lombarda, Luciano Anceschi, ci ha lasciato: “La riflessione che gli artisti e i poeti compiono sul proprio fare, indicandone i sistemi tecnici e le norme operative, le moralità e gli ideali” è la poetica. Ecco allora che, se le mie moralità e i miei ideali si trovano maggiormente a proprio agio nella linea appenninica, i miei sistemi tecnici e le mie norme operative – la mia officina, insomma – rimane saldamente legata a “quella faccenda di laghi e di discorsi in un gran parco verdissimo” che è la poesia in re, prosciugata e scabra, dei miei maestri lombardi, Sereni in primis. Non a caso, forse, anche geograficamente, oggi io sono un lombardo che vive a Roma.

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Anticipazioni – Sebastiano Aglieco

Pubblicato il 15 settembre 2016 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni

Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni

Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Sebastiano Aglieco

Inediti da  “Mare nostrum”: “’na matri”  – “’na buttàna” –  “’nu strazzùni”

Con un commento di Laura Cantelmo

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Mare nostrum

I temi di questi testi sono due: la cronaca dolorosa degli sbarchi per mare e l’esilio delle persone nei territori di confine: i campi di fortuna, le piazze della stazione di Milano, il metro. Con l’assoluta certezza che niente possiamo, se non l’obolo di qualche moneta, un’infinita pietà, una poesia sempre più disarmata e nuda.

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