Anticipazioni -Salvatore Violante

Pubblicato il 14 giugno 2017 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni

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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Salvatore Violante

  Cinque inediti

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Con una nota di Luigi Cannillo

 

Per anticipare un modo di rendere cantabile l’epos e soprattutto fruibile immediatamente. Perché le storie possono cantarsi e incantarsi in una ninna nanna, in una denuncia, in un dialogo con se stessi. Obbligatorio è parlare a tutti in una complicatissima semplicità di lingua.

Salvatore Violante

1.

TERRA MIA

Rafele se ne va pei campi a spasso

Parla alle stelle all’erbe ai merli al sasso

Lo dicono venuto al mondo in fretta

con poco fiato e con la bocca stretta

Ha pianto solo dopo un po’ di tempo

scagliando un grido a punta contro vento

sembra carnale figlio, lo sgomento

di queste pietre laviche bruciate,

e son vitigni dai colori accesi,

coprono sere riempiono bicchieri

sorsi di solitudine tentata

dall’allegria di un tavolo in borgata.

È questa, Terra mia, Vulcano mio,

antico molto, come lo sgomento

che cambia come mutano i colori

senza rumore senza  dissapori

e puoi , se vai per terre, ritrovare

amici vecchi all’ombra incorporare

terreno e tronco in uno col bicchiere

per darsi forza e insieme chiacchierare

tra loro, e con la terra, e farsi amare.

Anch’io fra questi, e sono anche Rafele

anch’io son foglie e  vino e son pensiero

memoria che s’impasta, pare lava

e addita il padre mio, quel lento padre

che invece mi puntava ancor lontano.

E i liquidi suoi occhi un frullar d’ali,

passero innamorato, la misura

che in me parlava: – non t’angustiare,

sei foglia, vino, fiore, sei quel  seme

che dà germoglio sempre e porta bene-.

Terzigno il 25 maggio 2016

2

LA SARDELLA IN FONDO AL MARE

La sardella in fondo al mare

canta, canta col tonnetto

– ninna nanna bimbo bello

col visetto vòlto in giù-.

– Affondato il tuo barcone

troppo pieno, troppo pieno,

troppo vecchio il vento forte

troppo mare sempre più-.

-Dormi, dormi bimbo bello

dormi insieme al cavalluccio,

mentre l’alga ti carezza

dormi  e lasciali lassù-.

-Tu sei bello, un angioletto

nero, nero  assai lucente,

dietro al cespo di corallo

troverai la tua culletta-.

-Là c’è il gambero più bello

s’offrirà come paggetto

e la sogliola stellata

vorrà farti da ninfetta-.

-Dormi figlio in braccio all’onda

questo sole è assai rovente

secca terre, suoni e sponde

sembra canto ma è lamento,

tu bimbino stai sicuro

sogna sempre il mondo schietto

tra girini e pesci palla

il sentiero è assai più netto-.

-Sopra, il mondo è deformato

ha perduto ogni coraggio

vive chiuso in una serra

fa barriere e si fa ostaggio

lancia bombe e posa mine,

sembra un mondo ormai alla fine-,

Terzigno il 31 maggio 2016

3

La vera margherita è solo fiore

alterna pene e amore ad ogni foglio

beve rugiada a stille e si compiace

di offrire il suo calore a chi le piace.

A fronte la finestra spalancata

sventaglia pieghe e pizzi e fra svolazzi

ombra di donna nuda, dagli arazzi

tremula  ai raggi, luce dilatata.

Luccica perle fresche la fontana

ma è l’altra, è  Margherita quel  vestito

in quell’anello d’oro intorno al dito

e la finestra specchio, assai rapace…

4

Mia madre urlò, per me, durante il parto,

il 19 aprile in pieno sole,

scorreva l’anno, quel 43

ricco di fame e pianti, anche di guerra

di fughe, morti, sibili, di stenti.

L’Averno? Ingressi aperti e fiati corti.

il ghetto, lì a Varsavia,  un limo abietto:

passi chiodati, brividi, giacigli primitivi,

ferali croci, iridi senza fondali, spente.

Grassa la notte ingurgita, addenta le sue ombre.

alita senza voce il flauto dei lamenti.

Veste Plutone trucido panni fumanti e croci

Persefone di guardia ha Cerbero che annusa

sorveglia l’aria fetida il gufo mentre bubola

e dal vessillo sventola la cornucopia vigile.

Rovescia sopra, l’acida, al ghetto la valanga

di spregio  rancoroso, al gracile giudeo,

l’iride, il petto irriso, l’anima sulla croce,

scuote la presa, lacera,  assalta ormai furiosa,

ulula trenta lune l’inferno in quell’affanno…

Quando s’imperla l’alba, quel dì oltre le case,

il ghetto imbianca gelido le pietre ed il silenzio,

soltanto un gatto miagola, emerge dai binari,

scorrono le baracche gli eccessi della brezza,

svoltano dietro l’angolo le nuvolaglie ceree,

Un fiato, eccolo, un fiato, lacrime o son vapori?

Si seccano nel vento anime-spoglie-foglie.

5

Io vado tra lapilli e margherite

senza nessuna voglia di cantare

all’ombra d’una nuvola, retaggio

d’un sole a sprazzi e d’un cinereo velo.

La strada sotto, impolverata e nera

ferita da rovesci e sventagliate

impasta pietre pomici ed il tempo,

s’impietra dentro, dentro al suo lamento.

Vesuvio segue, segna tutto al via

per darne conto il giorno della spia.

Andando verso casa all’accoglienza

la giovane africana è uno splendore

per occhi e per colori, paglierino

quel suo corpetto, arancio il suo tubino.

E va con andatura altalenante

quasi non tocca terra il suo scarpino

la musica disegna ed il divino

s’accende di faville e tamburini

La guardo e poi mi guardo, è tanto bella

mi viene voglia di volarle accanto

ma il corpo pesa e la parola  un’onda

che corre e si ritrae, senza una sponda.

Terzigno 8 febbraio 2017

*

 

Notizia bibibliografica

Salvatore Violante nasce nel 1943 a Boscotrecase (NA), vive a Terzigno. Sue principali pubblicazioni in versi sono: Moti e terremoti (L’arzanà – il Piombino, Torino 1984);Punto e a capo (Marcus editore, Napoli 2007); Sulle tracce dell’uomo (Marcus editore, Napoli 2009); La meccanica delle pietre nere (CFR Edizioni, Sondrio, 2013); Enchanted Anguish, Gradiva Publications, Stony Brook, New York, 2017. Sulla sua poesia c’è un saggio della filologa triestina Angela Giassi dal titolo I giri d’angolo di Salvatore Violante, Totem ed. Lavinio Lido 2014;  È presente nel volume primo dell’Enciclopedia degli autori di poesia dell’anno 2000 (Ed. CFR 2013) ed in Poeti e pittori di 2° Tempo (Marcus ed. Napoli 2013) ecc. ecc.. Ha tradotto e introdotto per i tipi della CFR di Sondrio2015, Pour une île à venir poème di Benoît Conort (Gallimard 1988); Ha curato e introdotto per Interlinea ed. 2017, I racconti del “Mattino” di Sebastiano Vassalli, ecc.

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Nota di lettura

La solidità della poesia di Salvatore Violante non si fonda solo sulle scelte metrico/ritmiche, che pure risaltano per l’uso dell’endecasillabo o di altra forma chiusa e in quello della rima e dell’assonanza (mine/fine, tempo/vento) e che potrebbero far considerare l’autore più che nell’alveo del neometricismo in quello della grande tradizione otto-novecentesca. Tale solidità, tale piena maturità piuttosto ci vengono trasmesse anche dalle scelte tematiche di questi inediti: il legame con la terra e i suoi frutti, le relazioni sociali e i rapporti d’amore e amicizia,  le tematiche suggerite dalla storia o dall’attualità dei fenomeni migratori e quelle riferite alla vita, alla morte e al desiderio. Non ultima, risalta la fermezza del tono, poco incline a ripiegamenti minimalistici o autocompiaciuti.

Nel tessuto metrico ritmico si gioca inoltre, di fianco a quello della letterarietà, l’effetto della sorpresa, della chiusa inaspettata, il canto della ninna nanna per le piccole vittime della migrazione, i paesaggi mitologici e naturali, l’effetto specchio della finestra in un ingannevole gioco tra interno ed esterno che irride il desiderio, la memoria dell’Olocausto e del dolore in rapporto alla data della propria nascita. In un tessuto lessicale dove insieme ai riferimenti ai grandi maestri della lirica (“cinereo velo”, “quando s’imperla l’alba”), compaiono termini e situazioni del quotidiano. Il tutto per una poesia che riesce a coniugare forti tensioni etiche ed emotive con una transitività immediata, passione e stupore: “Io vado fra lapilli e margherite”.                                                                                                                                                                                                                                                                                     Luigi Cannillo

 

9 comments

  1. Anna Maria Curci ha detto:

    Leggere questi inediti di Salvatore Violante è tutt’uno con il riconoscere solidità e pienezza, nella consapevolezza della ricerca di quella che l’autore definisce “complicatissima semplicità della lingua”. Grazie per questa proposta.

  2. mariarosaria marinelli ha detto:

    mirabili

  3. alfredo rienzi ha detto:

    Fortunatamente, nonostante i dubbi e i distinguo di molti, la poesia contemporanea trova proprio nella dispersione di stili,forme, toni e temi la sua vivacità e la sua più piena e libera potenza d’espressione. Ciò appare palese gustando questi testi di Salvatore Violante, rapidi ma non fuggevoli, concreti e comunicativi. Mi pare, inoltre, che la veste ritmica calzi paticolarmente bene per le narrazioni di questi componimenti.
    Assolutamente preciso, come sempre, Luigi Cannillo.

  4. Mariella Bettarini ha detto:

    Grazie del prezioso invio di questi intensi testi di Salvatore Violante, ottimamente prefati da Luigi Cannillo..
    Un grande augurio e un amichevole saluto

  5. Fabia Ghenzovich ha detto:

    ho cercato i versi di Salvatore Violante e gustandone il ritmo, lo ho immaginato come un antico cantore che racconta la vita e le sue narrazioni, con passione e apparente semplicità. Un appuntamento da non mancare , coinvolgente quanto basta per non stancarsi mai di ascoltare

    • Salvatore ha detto:

      Gentile Fabia Ghenzovich, scusi il ritardo. Questo antico cantore non si era accorto del suo tenero commento. La ringrazio di cuore. Approfitto per farle sapere che è fresco di stampa (un paio di mesi) il mio nuovo libro “Gente per strada” Aletti editore 2017 jn cui si completano le anticipazioni lette costì.

  6. Salvatore ha detto:

    errata corrige: Aletti editore 2018

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