Davide Rondoni Si tira avanti solo con lo schianto White Fly Press, Lugo, maggio 2013 pag. 80 € 12
Ho letto di Davide Rondoni il libro di poesia “Si tira avanti solo con lo schianto”, pubblicato dalla nuova casa editrice Whitefly di Lugo; devo dire che l’ho trovato brillante, agile, leggero, felice nell’impiego dello zoom e delle immagini in presa diretta dal «reale», dalla cronaca, dalle biografie e dai privati della gente comune… è un libro democratico, nel senso che non fa atteggiare la «poesia» in un al di là elitario e olistico, che tratta della gente e con la gente, è un libro che si rivolge direttamente ai lettori chiamandoli per nome, senza iattanza né arie di superiorità, che chiama ogni cosa con il suo nome e cognome; direi, per assurdo che si tratta di un libro di servizio se non ci fosse di mezzo il governo di Letta (anch’esso di servizio), perché, sono convinto che la poesia sia soprattutto un servizio, uno svago e un intrattenimento, veloce ma non per questo effimero o inutile come molti intellettuali da vetrina balsamica invece ritengono che sia. In tal senso, Rondoni dimostra una spiccata capacità di far collidere i piani e i registri lessicali e retorici con una acuta sensibilità per le discontinuità e i salti semantici e semaforici… anche la periodizzazione in strofe delle poesie risponde a questa esigenza di far slittare i piani rappresentativi gli uni sugli altri e farli interagire, più per sommare che per dividere; con il che il risultato finale è un effetto di concentrazione e di concertazione delle diversità e delle differenze: insomma, si ha un di più di espressività senza che se ne vedano le giunture espressive e i nessi connettivi.
Giorgio Linguaglossa
*
Al poliambulatorio Mengoli le persone
sono sedute come sacchi mezzi vuoti
io ripenso a Iena conosciuto in carcere che diceva
entrare in galera apre nuovi orizzonti
e m’era sembrata una cosa sublime, dura
come quando la vita è vera
costretta a esser vita e non il suo ritratto
ma al secondo piano dove per il cuore
matto mi stanno a chiamare
ci sono due coppie d’anziani che han scoperto
di abitare vicini,
per un bel po’ di tempo
hanno abitato nello stesso quartiere
ecco, è una cosa del genere
il mondo
e si parlano come se si conoscessero da sempre,
dei guai e di aver raggiunto da un bel po’ i cinquant’anni
di matrimonio.
Sono lì tutti e quattro a sedere,
il marito di quella che parla di più
è messo peggio, ma partecipa
e sorride, non è andato,
unico dei quattro, alla cerimonia con il delegato del sindaco,
un buon uomo che l’anno scorso si è suicidato.
Ci sono galere a ogni piano, e orizzonti
che si aprono anche quando non vuoi
e ci sarebbe da stare un po’ in pace, pensare
ai fatti tuoi, al cuore che comincia
ad arrancare.
Ma ogni volta la galera crolla, la vita
si rivela meno fasulla di quanto ti dicono,
un’altra cosa da quella
che immagini e ti buttano sulla pelle.
Un annuncio.
*
Benarrivato
l’America non ti aspetta
la ragazza milleastucci
dev’essere una modella, ora ha
la faccia struccata
e un po’ in disordine –
e in questo mondo un po’ in disordine
tira fuori
liquidi per le mani
trucchi miracolosi
e una bella foto sua
nel riflesso sui finestrini
davanti a me
sta diventando: una dea
tra la 103 e la 86
ma le dee scendono
dai colli sacri
e dalla linea rossa A
noi che continuiamo il viaggio
ci guardiamo come dire
c’era da aspettarselo
anche se nei petti sotto i giacconi
aspettiamo che salga ancora qualcuno
un nuovo dio
riflesso accanto ai nostri visi stanchi
nelle strade sotterranee della città
nei nostri cuori calanchi.
*
Il barbiere che lavora
con la “zigaretta” tra le labbra
fottendosene come un dio
dei divieti e della salute
è il mio patrono, l’estremo
dono del cielo ai combattenti
per qualcos’altro dallo stupido
benessere delle copertine, per un urlo remoto
del cuore, per un cazzo di rivoluzione
quotidiana, per un rischio
di perdere l’eternità non la pensione…
e facciamo due chiacchiere sul mondo
che nelle sue specchiere
ci tramonta davanti, nei suoi colpi
di tosse fa bruciare gli angeli i canti…
Il suo commiato è elegante
come un’apparizione
come uno che fuma tanto e sa
che l’allegria è
uno schianto.
*
Si tira avanti solo con lo schianto
il resto va in panne, si esaurisce
nella schiena ho il fuoco
di ali bruciate, se mi dici
rallenta
precipito in ogni dolore nel raggio di una vita
o faccio il balzo della bestia sul più insulso segno
di gioia
la vita è solo se scommette d’essere infinita
l’impatto è una carezza
nella nostra condizione
sbandati da ogni morale
ed è diritta sparata in Dio o
in una sacrosanta maledizione.
*
Può arrivare anche su skype
il volto opaco, da quali nebbie lei
la coscienza, la ragazza insonne
che dice, tra una interruzione
e l’altra del collegamento: non farlo, e
non sa cosa, non lo immagina
l’oceano bruciato via, il bicchiere di lato
o forse
lo avverte, oscuro
un desiderato veleno nella mente
divenuta tutta allarme, tutta
presentimento
l’amore senza giudizio, il cuore off,
specchio di uccelli fermi
il precipizio.
Davide Rondoni (Forlì, 1964) ha pubblicato Il Bar del tempo (Guanda, 1999), Avrebbe amato chiunque (Guanda, 2003), Apocalisse amore (Mondadori, 2008), oltre ad altri volumi di poesia. Ha tradotto Rimbaud, Baudelaire e Péguy. Ha curato opere di Testori e di Luzi, l’antologia Poeti con nome di donna (Rizzoli, 2008) e con Franco Loi l’antologia Il pensiero dominante. Poesia italiana 1970-2000 (Garzanti, 2001). Ha fondato la rivista clanDestino. Tra i saggi Il fuoco della poesia (Rizzoli, 2008), Per lei. E per tutti. Scritti sull’amore e sulla Commedia (Ed Meridiana, 2010) e la raccolta di scritti in versi e in prosa Nell’arte, vivendo (Marietti, 2012). Cura programmi e interventi di poesia in tv su Rai e Tv2000.