Giuseppe Vetromile – Di non chiudere le porte stasera

Pubblicato il 10 aprile 2025 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Giuseppe Vetromile, Di non chiudere le porte stasera, La Valle del Tempo, 2024
Opera vincitrice al Premio “L’assedio della poesia” 2023

Nota di lettura di Margherita Parrelli

Si dovrebbero dire così come ha detto il poeta le sue parole, rinunciare a un’esegesi, quando le sfumature declinate nella penombra della sera appaiono inequivocabili, le tentazioni “dopo un breve capoverso di luce” tornano assopite e il poeta si dichiara “inesatto, mancante di quel tanto / che muove la vita a nuove albe” eppure si svela, per il tramite del suo arrendersi, caparbiamente alla ricerca di senso e, come Penelope, intreccia e scioglie, scioglie e intreccia i suoi versi a segnalarci che “uno scivolare sull’orlo dei giorni” è destino comune, ma che deve essere indagato.
Giuseppe Vetromile, nel suo ultimo lavoro “Di non chiudere le porte stasera”, ci conduce nella sua intimità, che vive e si nutre dei luoghi del suo quotidiano, “Ma hai luci sghimbesce, di traverso, dal fornello di cucina / fino all’angolo del letto: tragiche nello scioglierti di dosso / la nuvola d’ovatta che ti prese lungo il silenzio la notte!”.
Egli abita il proprio microcosmo con tale denudata autenticità che i suoi percorsi diventano i nostri, e gli oggetti ai quali si accompagna sono oggetti poetici, ossia simboli della nostra dimensione umana di finitutide, nella quale “il tempo è sempre comunque avaro d’immobili minuti” e l’eterno si assimila a “attimi imprendibili”.
L’effetto di questa identificazione dell’eterno con l’attimo è una sensazione di sospensione e di attesa che aleggia in tutti i componimenti, fino ad essere dichiarata in vari momenti del racconto poetico: “la vita è quel fantasma in attesa d’essere evocato, / nei giorni chiaroscuri strappati ad un calendario / in eterno giramento”.
A traghettarci in questa cosmologia del quotidiano è un verso allungato, disteso nell’attesa, dal ritmo lento, forse assonato sicuramente incantato e un lessico che gioca tra il “mercatino rionale” e il “passo vespertino”, non temendo di colloquiare con l’amore come con il creato.

L’allegria delle piccole cose

Amore, è l’allegria delle piccole cose
a renderci l’equilibrio, l’appiglio a questa casa
per non evaporare: un po’ è di qua
la veglia, l’attenzione, ma
come viene la sera, trapasso le pareti
e vedo inesistenza oltre la stanza.

Qui ogni cosa m’appartiene, anzi,
sono io minima cosa dentro ogni
intercapedine, la scrivania accoglie
le mie mani a tentativi di rinascita.
Al di là, non ho più niente, mia cara,
e la parola che scrivo mitiga appena
tutto il terrore, tutta la disperazione.

Vederla finita, quest’opera di Dio,
che sia perfetta fino in fondo, come
ha da dirmi in un sussurro lo spirito custode
se mai, ascoltando di notte la luna,
possa risuscitarmi a un nuovo amore!

Margherita Parrelli

3 comments

  1. Margherita ha detto:

    Ringrazio Milanocosa per lo spazio di pubblicazione.

  2. Giuseppe Vetromile ha detto:

    Intanto ringrazio Milanocosa e Adam Vaccaro per lo spazio dedicatomi. E un grazie veramente grande a Margherita Parrelli, che in poche righe ha saputo cogliere la centralità del mio dire poetico, intuendone e comprendendone anche i risvolti più profondi e segreti. La sua analisi collima perfettamente a quanto, consapevolmente o anche inconsciamente, intendessi esprimere con i miei versi. Sono contento che tra me e Margherita, qui in veste di critico letterario ma grandissima poetessa, ci sia stato questo punto d’incontro, proprio in questo spazio prestigioso del sito Milanocosa. Grazie e un caro abbraccio a lei e ad Adam.
    Giuseppe Vetromile, 10 aprile 2025

  3. VACCARO ADAMO ha detto:

    Sono felice di aver offerto spazi a persone consonati e che stimo, come i cari Pino e Margherita.
    E ci aggiornieremo presto per altre occasioni di scambi e incontri, anche intorno alla mia Antologhia critica, “Percorsi di Adiacenza”, che confido possa trasmettere a entrambi sollecitazioni creative e di ulteriori riflessioniutili per il nostro impegno cultiurale.

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