Mentre è in corso una guerra sempre più esplicita tra Usa e Europa (vedi gli ultimi declassamenti di S&P) che produce governanti e misure feroci contro i ceti popolari, tra chiacchere di equità e sprechi, mafie, corruzioni e privilegi che continuano, noi che facciamo? noi, gli altri, che assistiamo impotenti alle starnazzate di caste piccole e grandi, silenziosi e un po’ inebetiti tra sciacalli e pistole puntate che ci dicono, impara!
Impara!
impara dalle falsità
che spacciano
come unica verità
impara dall’odio emanato
dai loro vestiti profumati
impara dai sorrisi esposti
che sanno di cartone
impara dalle lacrime sparse
per addolcire la tua pelle
sotto le loro unghie colme
di fame e sete persino
della tua pietà
Genn. 2012
Adam Vaccaro
Traduzione in spagnolo di Ana Maria Pinedo Lopez (traduttrice dei Canti di Leopardi, per l’editore Pygmaliòn di Madrid)
Aprende!
Aprende de
las falsedades
que difunden
como única verdad
aprende del odio emanado
de sus vestimentas perfumadas
aprende de sonrisas expuestas
que saben
de cartón
aprende de las lágrimas esparcidas
para endulzar tu piel
bajo
sus uñas colmas
de hambre y sed incluso
de tu piedad.
Che possiamo fare? Fuggire o sottrarci alla corruzione globale non è possibile, ma, almeno, tentiamo di essere diversi, di comportarci in maniera diversa non assumendo gli abiti più diffusi: l’odio, la falsità, il disprezzo per l’altro. Certo, il momento è dei più tenebrosi, poiché non ci sono più amici né collaboratori, ma solo approfittatori, rivali e avversari proteici. Chissà, forse la rovina, che è già in atto, trasformerà l’umanità in qualcosa di migliore… Oppure, ci rimane sempre ‘Il pianeta delle scimmie’! Io non mi aspetto nulla da questa classe politica (mondiale) invalida da troppo tempo in quanto assetata di potere e di soldi, affetta da una visione egoistica e limitata. Ma non disperiamo, Adam!
Ciao Marica, grazie comunque delle parole di consonanza e siamo un po’ tutti (gli altri, intendo) a misurarci con questa fase, come dire, di tragedia generata e controllata da poteri ignobili…in una nebbia che rende difficile in primo luogo lo sguardo…
Adam
sono contenta Adam,del riscontro di questa tua sentita poesia che è molto bella e ci ricorda che imparare dal”male”che incontriamo ogni giorno fin troppo diffuso per falsità,odio e servilismo, può indurci tutti a una profonda riflessione per quel necessario cambiamento che questo momento in particolare impone.
Ci conforta non poco pensare che la società civile ha dato recenti segnali significativi di “esserci”, come mai avvenuto in passato ( posso testimoniare che a Piazza del Popolo , per “Se non ora quando ?” , non si entrava letteralmente in piazza ) . Certo , noi ci daremo da fare , in ogni circostanza , per testimoniare con le parole che sappiamo scrivere l’orgoglio della pulizia morale e della giustizia sociale ; quello che ci indica Adam , in opposizione alla miseria dei tempi e dei suoi beceri miserabili protagonisti .
Il est tuoujours plaisant et surtout réconfortant de voir Adam Vaccaro être en première ligne et avec l’arme de sa parole affutée, pourfendre les ”Seugneurs-Canailles” de nos temps modernes. Il fut un temps où la plume a été à l’origine de saines révolutions. Que souhaîter sinon que des milliers d’Adam Vaccaro montent aux premieres lignes pour la cause de la justice sociale.
Sono convinto che le uniche gratificazioni e gioie della nostra vita possono arrivare solo dall’essere “veri” e “puliti”, scostandoci dalla massa che, inconsapevolmente, vuole trascinarci nel groviglio di corruzioni che stiamo vivendo.
Con affetto Domenico Di Marzo
La poesia di Adam, “Impara” credo si accordi bene con ciò che in realtà sta avvenendo: la presa di coscienza di molti della guerra che si è instaurata tra i pochi, ricchi, egemoni, garantiti, e tutti gli altri, cui si sta rubando la democrazia, oltre ai mezzi di sostentamento. La poesia ci sostiene nella situazione che è sotto gli occhi di tutti: o si impara, o si affonda, come la Costa Concordia.
Claudia Azzola
Caro Adam,
mi sembra ovvio che la poesia italiana che ha sempre vissuto e vive sulla sommità dei suoi privilegi, è oggi sempre più lontana dai bisogni e dalle vere esigenze della “gente”… credo che oggi non occorra tanto parlare (a vanvera) di poesia etica o poesia civile o altre sciocchezze dette con un aggettivo tanto per abbellire il piatto della pietanza dove si mangia e si sbafa…
MI CHIEDO che cosa faccia la poesia OGGI dinanzi alla gravità della crisi dell’epoca della stagnazione economica, politica, stilistica e spirituale?
Se guardiamo alla poesia che ci propinano gli editori del conformismo parlamentare istituzionale, sono cose ridicole… Se io come cittadino mi occupo di poesia, io parlo, devo parlare (e scrivere) nella mia veste di cittadino… ma quanti oggi hanno il coraggio intellettuale (e soprattutto il dovere intellettuale) di parlare (e scrivere) da cittadini?
Caro Adam, io purtroppo vedo uno spettacolo desolante, desolante per la viltà degli uomini di lettere che si occupano di poesia. Vogliamo dirlo? Vogliamo dire di evitare di parlare delle colpe di Berlusconi e guardiamo un po’ alle colpe (tra di noi) di chi in questi decenni ha intascato da Berlusconi prebende e stipendi avendo il coraggio di dichiararsi progressisti o che so io? Vogliamo dire con franchezza che se Berlusconi ha vinto in questi ultimi 20 anni è perché l’opposizione non è stata in grado di proporre uno straccio di governo al paese? Vogliamo dire finalmente che l’attuale crisi economica, politica, stilistica e spirituale è un tutt’uno che ha i suoi responsabili nel sonno di conformismo e nel sonno che genera mostri di chi ha sbafato sul piatto delle rendite finanziarie, politiche e stilistiche che il sistema assicurava loro?
E allora, qui non c’entra niente il governo delle destre! Ma passiamo alla poesia: chi ha governato in questi ultimi 30 anni la poesia italiana? ma c’è stato in questi ultimi 30 anni qualcuno che si è presentato come ricambio intellettuale e generazionale credibile? Sono credibili coloro che stanno all’opposizione? ma chi sono poi coloro che stanno all’opposizione?
Se mi guardo intorno non vedo nessuno attorno a me… vedo solo il deserto di opportunisti, di mediocri letterati e di cortigiani.
E allora mettiamo sul tappeto una buona volta la vera questione: qual è la poesia migliore oggi? – cioè di questi ultimi 30 anni? c’è qualcuno (di noi) che ha il coraggio intellettuale di esporsi?
Se mi guardo intorno non vedo proprio nessuno…
Ritengo giunto il momento di dire BASTA di parlare di poesia civile, politica, etica, architettonica etc. formule vuote, impalcature di paglia, laboratori di impellicciatura di truismi. Oppure, accogliamo la proposta provocatoria del poeta romano Luigi Manzi che un anno fa dalle colonne del dibattito pubblicato sul sito Lietocolle esortato ad una moratoria dei poeti italiani a non scrivere più per 10 anni poesia. Mi sembra una proposta seria. Anzi, forse l’unica proposta seria che sia venuta alla luce in questi ultimi anni.
un saluto da giorgio linguaglossa
Ringrazio gli amici, letterati e non, che si sono espressi e mi hanno comunicato condivisione…non parlo di approvazione e di appagamento narcisistico, ma di rottura del senso di solitudine e quindi di scambio di energie, primo passo per aperture di rinnovate capacità di speranza, oltre il plumbeo esistente. Sono anni che scrivo – parlando di poesia contemporanea – di situazione affollata e ininfluente, ma non per piangere o invocare una poesia che “faccia la rivoluzione”, o “civile” nel senso di caricarsi il mondo sulle spalle. No, accidenti, “civile” nel senso di non essere un gioco masturbatorio, marginale o ornamentale, ma di creare scambi con altri corpi e entità vitali…oggi succede troppo poco ai versi che si scrivono e più non succede, più – a mio modesto pare – si scrivono versi di qualità tale che interessano poco, non si muovono insomma, e in fin dei conti non esistono.
Questo a molti (scriventi e no) non interessa, a me non piace. Ma non piace neanche a tanti miei amici e amiche che scrivono, come a persone che non scrivono ma amano ritrovarsi nella scrittura e nei versi di altri.
Ritengo che questo amore sia vitale, soprattutto in un momento di una gravità epocale inusitata come quello attuale. Una gravità, rispetto alla quale abbiamo dei nanerottoli politici totalmente inadatti ad affrontare la situazione, capaci solo di arricchimenti personali mentre declinano solo in modi diversi lo stesso pensioero unico (anche questo l’ho scritto ripetutamente nei miei saggi pubblicati nel corso degli anni). Per questo sono grato a chi ha scritto qui o mi ha scritto personalmente, dandomi – come dire – una brocca di energia per proseguire.
Questo è il senso del mio ringraziamento.
Adam
Mi fermo al titolo e ai primi versi: Impara, dalle falsità che spacciano come uniche verità….
L’esortazione è un colpo alla nostra mente e al nostro cuore (la poesia non può parlare solo alla mente). Certe volte non so dove sia la verità (ripenso al passo di Giovanni quando Gesù parla di verità e Pilato gli chiede: “Che cosa è la verità?” e, afferma Giovanni, detto questo Pilato se ne andò. Non aspettò la risposta, non so se per spirito realistico di chi sa che non ci sono verità assolute o per non sentire la parola di uno che esortava ogni uomo a prendere coscienza di sé). La “verità” è prendere parte, mettersi in gioco e scegliere. La verità è anche avere coraggio, aprire gli occhi. Chiedersi, ad esempio, se lo stato attuale del nostro Paese- molto peggiore di quello che può apparire perché non riguarda solo la pur essenziale pelle (l’economia) ma anche le carni profonde- non sia dovuto al contributo attivo o passivo di tutti noi; esserci lasciati andare al carattere che purtroppo ci distingue, l’arte di arrangiarsi che porta all’ individualismo e alla formazione di piccoli e grandi corporativismi che ora si vorrebbe almeno ridurre. Abbiamo sempre avuto bisogno non solo di santi ed eroi ma anche di colpevoli, di capri espiatori, uno Schettino sul quale riversare tutte le colpe ignorando chi voleva gli inchini (i padroni delle navi,la gente della riva,i turisti).La nostra superficialità ci porta a prendere per partiti- cioè per organizzazioni politiche serie- dei semplici movimenti populisti cosicché un comico diventa capopopolo, un mercante arricchito diventa paladino di un fantasioso anticomunismo, un rozzo agitatore locale diventa portavoce di un vasto territorio.
Certo, la poesia non si può estraniare dal mondo, è lontana l’ Arcadia. Non può non immergersi in un mondo che sta cambiando velocemente e in modo convulso nel quale risuonano sempre più forti i canti di guerra anche se con armi diverse e subdole. La poesia deve essere voce e tromba di sveglia. Perciò, “impara” mi sta proprio bene, anche se so bene che la poesia è anche molto altro.
Con un grazie all’amico Nicola, aggiungo solo che questo pur piccolo scambio di emozioni e opinioni mi insegna e/o conferma che senza l’altro/gli altri siamo niente. E questo vale anche per il soggetto-testo. Quanti spunti e ulteriori prese di coscienza avrei perso senza questi commenti! E quanto ridicole sono perciò le supponenze di tanti odierni artisti/scriventi senza pubblico o quasi.
Sono laureanda presso l’ Orientale di NApoli,
gradirei un contatto e- mail della professoresa
Ana Maria Lopez Pinedo .
CORDIALI SALUTI
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I’m kinda paranoid about losing everything I’ve worked hard
on. Any suggestions?