Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Cristina Polli
Inediti
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
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Nota di poetica
La mia poesia origina da uno scarto, un movimento a lato, una visione sfalsata, che parte dal reale ma non vi aderisce. È uno stato di distrazione che mi permette di scorgere altro: un riflesso, una via. Spesso il fulcro è un’immagine che colgo dal quotidiano; altre volte un lampo che mi attraversa e su cui indago a lungo. È nata come caduta di un velo che avevo sugli occhi ed è diventata consapevolezza costante di mancanze e attese, luce sulle ferite e necessità di purificazione. Il nutrimento della mia poesia è l’attenzione a ciò che vedo e a ciò che sento e il dialogo con la parola scritta e la parola detta, l’immersione nel dettato poetico altrui, è per me fondamentale.
Recentemente ho iniziato una sperimentazione nell’ambito della found poetry in cui la composizione poetica nasce dalle parole di una pagina stampata, selezionate e riunite tramite un processo di ascolto interiore, e dialogo con la pagina, appreso tramite il Metodo Caviardage di Tina Festa per il quale sono certificata per la didattica scolastica. Il processo compositivo è associato a una parte visiva che nella mia ricerca deriva sempre più dal gesto e forma un tutto unico con le parole.
Cristina Polli
L’angelo funambolo
L’angelo funambolo avanza sulla corda
varco teso su un mondo fatto a pezzi.
Un’esitazione obliqua
Un lampo d’eterno prima che poggi il piede
Un grido che sfugge
un sussulto.
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Book crossing
È sola la donna alla panchina
Ha in testa un berretto di lana
e una pila di libri sul grembo.
Poggia le dita su una pagina aperta
nello spazio tra il titolo e il testo
e ferma in quel vuoto pronuncia
parole a mezz’aria.
Ma chi ascolta nel sole dell’inverno?
Io come gli altri passo
e con me il mio peccato.
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Tradire
Che abbia poesia la bambina
ne varchi la soglia un giorno freddo
e la abiti come un giardino
con una siepe di luce tutt’intorno
e sassi tondi e muschio
per parole di brina.
E che ci perdoni
se invece di lasciarle cogliere parole
aguzze come pietre da tenere nelle tasche
spigoli lucenti su cui passare il dito
riverberi per stellare pensieri
per dire il suo farsi che s’irraggia d’alberi e minerali
di sguardi di specie innumeri,
noi la sogniamo evanescente e fragile
noi la tradiamo
Che ci perdoni.
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Nota Biobiblio
Cristina Polli ha esordito con la silloge Tutto e ogni singola cosa, Edilet, 2017. Nel 2020 ha pubblicato il poemetto Quando fioriscono le tamerici, FusibiliaLibri e nel 2021 la silloge Distrazioni, Edilet. È presente nelle antologie Manum Porrigas, Librido 2017, Haiku tra meridiani e paralleli, FusibiliaLibri, 2020, Innesti. Poesie per il Maggio di Accettura, AnimaMundi Edizioni, collana di geosofia. Cura un blog personale aperiodico: https://cristina-polli.blogspot.it . Case, Il Convivio Editore, collana Ormeggi, ultima opera pubblicata. Sue note di lettura a opere di poesia sono state pubblicate sui litblog Poetarum Silva, Poeti del Parco, Carteggi letterari, ParolaPoesia e sul sito della casa editrice Edizioni Del Faro. È insegnante certificata per la didattica scolastica nel Metodo Caviardage® di Tina Festa.
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Nota di lettura
Il percorso creativo di Cristina Polli si fonda sulla ricerca di immagini tratte da opere visive o di parole stampate sulla pagina, individuate casualmente in base alla vibrazione che comunicano, per venire inanellate e strutturate formando frasi, pensieri, calembours, ma anche testi organici, la cui ispirazione fa appello alle scelte inconsce del soggetto.
Il procedimento, denominato found poetry, si può dire che ricalchi in modo approssimativo la tecnica pittorica del collage, o forsanche del frottage di Max Ernst – quel ricalcare immagini e scritte esistenti (nel frottage) per moltiplicarne la diffusione. Oppure per decontestualizzarle, facendole rivivere (nel collage) – a scelta di chi scrive – in un altro contesto, quasi in una sorta di economia circolare creativa. Polli parla anche dell’eventualità di “un lampo che mi attraversa e su cui indago a lungo”. ”Si tratta di un percorso inverso rispetto a quello convenzionalmente messo in atto nella creazione artistica, che nasce nella prima fase dall’esterno e non dall’interiorità di chi scrive: frammenti raccolti e successivamente ricomposti dallo stesso Autore/Autrice in un pensiero, dettato – questo sì – dettato dall’interiorità più profonda. Percorso affine, pensiamo, alle “Cancellature” di Isgrò, intese a isolare la parola, liberandola dagli eccessi dell’uso, che può deviarne e falsarne il senso.
Il metodo si estende fino a valorizzare immagini visive tratte da opere colte, oppure casualmente anche da riviste, da capolavori riconosciuti, ma persino da libri destinati al macero. Ne sgorga un nuovo linguaggio, riguardante sia la scrittura che le arti visive, dal quale Polli ha dedotto un metodo compositivo sulla base del cosiddetto Caviardage, diffuso in Italia e registrato da Tina Festa, del quale l’Autrice è docente certificata nella scuola.
I testi inediti di Cristina Polli apparentemente non hanno nulla di diverso da quelli costituiti dalla parola ricercata autonomamente, se teniamo conto che nell’elaborazione del verso e della composizione del testo poetico l’Autrice definisce come “luce sulle ferite e necessità di purificazione” la propria visione del mondo – il proprio gusto, che si esprime nella scelta di termini e immagini, realizzando uno stile autonomo (come dice lei stessa nella nota di poetica) che ha una sua originale efficacia.
Noi seguiamo trepidanti l’angelo funambolo in bilico “su un mondo fatto a pezzi” nel suo cauto ed esitante movimento intriso di eternità (“L’angelo funambolo”). Immagine che è affascinante ed evoca spontaneamente le visioni surrealiste di Max Ernst, come quando osserviamo nel suo malinconico mistero la donna in povere vesti, assorta nei suoi pensieri, segretamente tesa a scambiare libri con il bookcrossing, nella glaciale indifferenza dei passanti: il peccato a cui allude l’Autrice (“Bookcrossing”). Ed è ancora il peccato a ripresentarsi nel testo successivo – “Tradire”.
L’inizio è programmatico e insieme poeticamente intenso: “Che abbia poesia la bambina/ ne varchi la soglia un giorno freddo/ e la abiti come un giardino/ con una siepe di luce tutt’intorno”. La poesia vista come casa da abitare (Adam Vaccaro ne ha fatto una raccolta di poesie), giardino circondato di luce – ecco una bozza di programma didattico da sviluppare: “lasciarle cogliere parole/ aguzze come pietre da tenere nelle tasche/ […] / per dire il suo farsi che s’irraggia d’alberi e minerali “e mentre lei si appresta alla scrittura, il mondo esterno – cioè noi – la inquadriamo entro un banale stereotipo, come essere “evanescente e fragile”.
Il nostro peccato sta proprio nel tradimento del suo diritto ad immergersi nella invenzione di un proprio mondo, nella parola poetica, in un processo creativo autonomo soffuso di luce. L’Autrice ci introduce a una modalità di scrittura che forse è silenziosamente più praticata di quanto si possa immaginare. Non dimentichiamo che “l’immersione nel dettato poetico altrui” porta con sé la lontana eco di grandi Autori. Lo statunitense Ezra Pound, sicuramente innovatore e maestro di altri famosi, teorizzava la pratica della citazione al fine di preservare quanto, in epoche diverse della storia umana, era già stato detto. Sostenendo, dunque, l’importanza, di riportare in vita brani di civiltà e invenzioni, pensieri, appartenenti alla storia del mondo. Una sorta di found poetry? Forse, ma circoscritta entro il bagaglio dei massimi esponenti delle più grandi culture dell’umanità, non solo occidentali. Quindi simile, ma non identica!
Laura Cantelmo
Una lettura interessante che permette un avvicinamento ai testi dell’autrice