Trasmutazioni2 – Adam Vaccaro

Pubblicato il 2 settembre 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Adam Vaccaro, TRASMUTAZIONI – ALCHIMIE IN CAOSLANDIA

puntoacapo, 2024

Recensione di Angela Passarello

In questa nuova silloge, Adam Vaccaro ci immerge, come nei suoi libri precedenti, e con la maestria della sua parola, nel paesaggio devastato del reale. Infatti, il poeta, con occhio critico, mai distruttivo, denuncia il mortifero del nostro tempo di cui siamo vittime e al contempo responsabili. Non è un caso la scelta del titolo del libro, dove i termini: Trasmutazioni/Alchimie/ Caoslandia, sono apparentati, seppur nel traslato, da un unico significato. L’alchimia messa in atto dà senso all’esperienza che con la parola poetica crea armonie, dense di significanti e di contenuti. Così, tra i fenomeni e gli oggetti presenti, troviamo la pietra che, oltre a titolare diverse sezioni del libro, è materia, potenza evocativa del sacro. Quel sacro aberrato dalla nostra epoca e sostituito da dettami inferi e dai mezzi sempre più sofisticati del potere. Nelle mani del poeta, la pietra, simbolo arcaico, oggetto dalle molteplici valenze, diventa anche nome, portatore di memorie, chiave di narrazioni universali.

La pietra di Adam Vaccaro, nell’immanenza, condivide adiacenze, tra le altitudini del possibile, come nella quartina a pag. 69: “Se un sasso/ ferisce il tuo passo/ tu fanne canto momento/ e moto teso a un salto più alto”. Perciò le parole del poeta, come i sassi delle fiabe popolari e bizantine, diventano corpo pregno di magia, dove la complessità del linguaggio si manifesta con le sue sovrapposizioni. Lo sguardo di Vaccaro come un filmaker varca soglie, penetra e alchemizza territori, disfa perbenismi, coglie la nudità, la decadenza dell’umano. Nello spazio poetico, il reale, sebbene corrotto e mortifero, viene innalzato in canto, topos di una coralità di insetti, di animali e di vegetali, conciliati da metafore e da richiami fiabeschi, sospesi nello spazio della pagina. Sono questi, gli esseri viventi che trascinano in un altrove, tangibile e onirico, l’esistente, ricreando possibilità svelate dal sogno creatore.

Lo sguardo del poeta esplora e rigenera la parola, trasforma sasso arto-mano in strumenti agenti, esaltandone l’intrinseca potenzialità. Si tratta della materia, Mente dell’universo, indagato dalla fisica contemporanea, dove i confini della percezione si dilatano verso le nuove dimensioni dello spazio-tempo. Il poeta, in questo nuovo lavoro, con nominazione precisa e meticolosa, pone delle domande su questioni antiche, mai risolte, e su nuovi fenomeni da affrontare.

Adam Vaccaro è poeta militante, che da sempre si connota per la sua attenzione alle trasformazioni della nostra società e per le sue proposte,sempre condivise con il mondo letterario, artistico e scientifico. Ancora la pietra si solleva alla disperazione lievitando come un pane necessario alla rinascita per sottrarre l’umano all’oscurità dell’oblio:”… La tina col suo rame rosa irradiava sorrisi a tratti/ sui volti di Maria e Lina e Tina- persino illusioni di/ attese non dome di possibili vendette della vita in acque/ colme di fatica remigante in un altro mare…”pag.88. Un universo abitato dal passato, passato rigenerante verità, oscurate e vilipese da guerresche alchimie, dedite a forze infernali, occulte. Vaccaro, quindi, da sempre vigile e attento, è ancora una volta testimone e costruttore di relazioni, senza le quali la società civile resterebbe come una monade vagante, svuotata di senso. Poesia ben costruita, che con fervore passionale ci regala schegge poetiche, ricche di codici linguistici, con riferimenti sia alla tradizione poetica più prestigiosa, sia al pensiero socio-antropologico contemporaneo.

L’attenzione ai fenomeni, ai luoghi, all’omologazione dominante, alla prevaricazione dei poteri, viene affrontata dal poeta con rigore, ma anche con ironico sguardo, che fa sorridere d’amaro:” …di ogni dea/di un pensiero/drone d’una mano/ avida di telecomando/ tra supereroi e serialkiller/poliziotti macho e criminali/ coperti di sangue pomodoro/nevrotici grondanti zuccherini/ incapaci del miele che sa l’amore/…”pag.64. Quindi la poetica di Adam Vaccaro è parola che sa guardare il perduto e ipotizzarne la ricostruzione, sussurrando una laica speranza, che va desiderata e attraversata dalla poesia.

Poesia, abitata dalla passione e dall’amore oppositivo alla furia dell’odio, che incarna nei suoi versi la rinascita, avviando il lascito della parola testamentaria verso il futuro: “…che mi dà ancora il fiato di dirvi, forza! la vita è/ ancora vostra e sta sola nelle vostre mani-solo/ questo è il regalo che mi aspetto bei burdeli/mentre volo libera in questa terra immensa e nuova/ come in quell’alba rossa di Romagna di tanti anni fa!” Pag. 79. Adam Vaccaro, in questa raccolta, ha inserito alcuni testi già presenti nel suo precedente libro e afferma: “ Google-Il nome di Dio,secondo una progettualità compositiva di testi che richiama a suo modo la costruzione di quel libro unico di un Autore, come concepito da Walt Whitman”.

Angela Pasarello

One comment

  1. Laura Cantelmo ha detto:

    Una recensione centratissima e profonda sull’universo poetico di Adam Vaccaro, sul suo narrare la progressiva mostruosità del presente in uno stile forte, ispirato da pena, rabbia ed emozione, oltre che da speranza. Grazie Angela Passarello e ancora grazie ad Adam per la crescente vitalità artistica e la militanza poetica.

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