Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Flora Lalli
Inediti
Angiulina, Esilio e Analessi
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
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Nota di Poetica
La mia poesia nasce all’improvviso, con versi che seguono un ritmo, quasi fossero accompagnati da una musica. Spesso cela la nostalgia di un’altra dimensione per cui la vita possa trovare un senso. I momenti di stupore, di entusiasmo, di malinconia, anche i più semplici, sono sempre alla ricerca di qualche elemento di rivelazione…
Flora Lalli
ANGIULINA
Angiulina, corta e minuta,
aveva addosso l’argento vivo,
non stava mai con le mani in mano,
diavulillo dal cuore d’ulivo!
Poverella e generosa,
era felice donando ogni cosa.
“So’ peccerella e male cavata!”
protestava se molestata.
Si svegliava prima del gallo,
faticando fino a sera:
piatti, panni da lavare,
case altrui da rassettare.
Angiulina lavava cantando,
molto spesso raccontando
di un’infanzia mazzate e lavoro,
poca scuola, ma molto decoro.
Angiulina, con fare giocondo,
sopra di sé portava il mondo,
poneva la “spara” come un diadema,
poi sotto il peso partiva di lena.
Senza messa né confessore,
con Dio si sfogava a tutte le ore,
e, rapita dall’emozione,
s’inginocchiava a ogni processione.
Angiulina, insieme al sudore
sprizzava succo di buonumore.
Forza sannita e mente geniale,
non se ne trova più una uguale!
*
ESILIO
Scorrono alberi,
volti, paesaggi
lungo la linea del tempo.
Esperienze raccolte
per poi tornare
a una base di appartenenza.
E non essere mai in alcun luogo.
*
LA FUGA
Ci provo, giorno dopo giorno,
a seguire il tuo viaggio,
improbabile impresa
per me, rimasta attonita
dentro la barricata.
Deposto il vecchio abito,
t’immagino in cammino
ormai senz’altro impaccio
alla tua pace.
Ma è nella notte la porta segreta,
la mia fuga da chi non ti assomiglia.
*
FLASHBACK
(a mio padre)
Rosse foglie d’autunno
crepitano al passaggio:
calpesto amarezze esistenziali,
ritrovo stupori d’infanzia.
Mi affaccio così allo studio
dove ancora sei intento alle carte.
Ci separano lunghi silenzi,
mi giungono i tuoi pensieri…
Come un albero, qualche scaffale
offre frutti di carta stampata
tentando il mio crescente
bisogno di conoscenza.
Affondo lo sguardo vorace
nel susseguirsi di fogli:
le immagini balzano vive,
proiettandosi oltre le mura.
Creature bizzarre fluttuano
nell’aria, tra le nuvole,
parole nuove zampillano
dalla mia fantasia.
Sfioro le pagine d’Arte
come se fossero petali,
indugiando incantata
su antiche Madonne d’autore.
Ho annusato stagioni
e la nuova cartella di cuoio,
ho amato l’inverno
dai campi innevati,
Ho ascoltato la pioggia,
tremando alla voce del tuono;
in ogni soffio di vento
ho sentito vibrare la vita.
Percorro adesso sentieri bagnati,
ma tu aspettami, sto tornando!
Devo riprendermi a una a una
le primizie di quell’età.
*
Nota Bio
Nata a Roma, attualmente residente a Campobasso. Diploma di abilitazione magistrale e studi universitari non completati. Ho vissuto ventiquattro anni in Lombardia, dove sono stata insegnante di ruolo nella Scuola materna statale del circondario di Milano e della provincia bresciana. Mi sono sempre dedicata alla poesia, conseguendo numerosi premi nei concorsi letterari nazionali. Diverse mie liriche sono state inserite in antologie. Ho pubblicato cinque sillogi. Tra i vari giudizi, ne ho ricevuto uno per via epistolare di Eugenio Montale nel 1976, e uno telefonico di Alda Merini nel 2007. Il mio romanzo esordiente, “Quanto accade è per sempre”, è su Amazon.
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Nota di lettura
Ė una poesia degli affetti e della nostalgia quella che di primo acchito emerge da questi inediti di Flora Lalli. Immagini di una scena naturale e di persone che ritornano nel ricordo a parlare dal passato, come “Angiulina”– ritratto di donna del popolo dedita, come segno inevitabile del destino, al lavoro di cura, secondo lo stereotipo in cui veniva rinchiusa – e nel quale ancora per molti resta circoscritta – l’unica immagine possibile del femminile. Il dono profuso e il sacrificio accettati “con fare giocondo”, “cantando”, un’infanzia “mazzate e lavoro”, la fierezza di “portare il mondo” – il peso del mondo – sulle proprie spalle e l’evidente orgoglio dell’Autrice, di origini molisane, nel riconoscere in quei tratti lo spirito indomito e “geniale” dell’antica “forza sannita”.
In realtà, nel tempo andato, era quella la sorte riservata a tutte le donne, non solo a quelle di campagna: perno della famiglia, soprattutto di quelle più povere, si prestavano ad ogni fatica senza un lamento, a testa alta, spesso senza riconoscenza alcuna. L’Autrice ne sottolinea l’energia e la resistenza alla fatica con una lingua ricca di vivide immagini che danno risalto alla dignità di quel “diavulillo dal cuore d’ulivo” che era Angiulina. “Decoro” è il termine più appropriato per descriverla, poiché implica una certa eleganza insita nella dignitosa compostezza del fogliame dell’ulivo e nella durezza del legno tipica dell’albero simbolico delle campagne centro-meridionali.
“Flashback” evoca la figura paterna collegandola strettamente all’ambiente naturale. Nella rappresentazione del padre si afferma la scelta stilistica di alcune figure retoriche ispirate al luogo natio, metafore scaturite da un profondo sentimento di appartenenza al territorio di origine:”Rosse foglie d’autunno/ crepitano, / calpesto amarezze esistenziali, /ritrovo stupori d’infanzia.” Una presenza che palpita nel silenzio del ricordo, tra scaffali simili ad alberi e fogli di libri che richiamano passioni e insegnamenti – “primizie” – trasmessi con amore, in cui risuonano echi crepuscolari di stampo gozzaniano, rimpianto delle stagioni trascorse dove “ho sentito vibrare la vita”.
“La fuga” si discosta dai testi più rivolti al passato per svelare l’inquietudine causata dall’assenza – “la tigre assenza” come la chiamava Cristina Campo – che, come una “barricata”, ci separa brutalmente da chi se ne è andato. Ed è la “porta segreta” della notte a fornire la via di “fuga”, la salvezza da tutto quanto appare discorde e inconciliabile.
Non solo la nostalgia e l’amore delle origini sono presenti in questi versi in cui prevale la spontaneità dell’emozione, ma anche l’apparente serenità con cui vengono vissute le durezze e i contrasti del vivere quotidiano.
Laura Cantelmo
Leggo e releggo queste bellissime poesie e mentre le leggo mi sembra di essere di nuovo al mio paesello nativo quando ero ancora scuola. Complimenti a tutti per le poesie, specialmente a mio cugino Adamo. Gennarino Maucieri.
Caro Gerry, sono molto lieto della tua lettura e delle tue emozioni. Ho accolto in Anticipazioni Flora Lalli, anima sannita come noi, che te l’ha fatta risentire con intensità anche oltre oceano, nella tua America. Continua a seguirci!
Adam
Energia e indomita resistenza si illuminano di levità ed è la poesia che scrive se stessa seguendo i suoi ritmi come una musica segreta e allora sappiamo che nella mente, come nell’azione, c’è amore.
Ringrazio innanzitutto te, Adam, per avere voluto inserire le mie liriche in questa pagina, e la Professoressa Laura Cantelmo per la bellissima e approfondita nota di lettura; così come ringrazio pure i commentatori. Sono molto gratificata dall’essere stata definita “anima sannita”! Anche se penso di non essere all’altezza di questa bella espressione, che mi fa comunque sentire di appartenere ancora alla comunità. Vedo con piacere che la poesia “Angiulina” è stata apprezzata. L’umile donna che me l’ha ispirata (ormai scomparsa) ha lasciato una forte impronta fin dalla mia infanzia. La sua semplice spontaneità non andava disgiunta da una profonda saggezza, la sua vita di sacrifici non le impediva di gioire ed entusiasmarsi per la bellezza delle piccole cose quotidiane. Angiulina aveva il senso dell’umorismo innato, inoltre sapeva trovare per ogni occasione la giusta parola, a cui il dialetto aggiungeva maggiore espressività ed efficacia. Nel verso “diavulillo dal cuore d’ulivo” ho voluto rappresentare la sua esuberanza emotiva unita a un cuore mite e generoso. Ritorna in “Flashback” la nostalgia per l’infanzia trascorsa in un Molise ancora incontaminato. Mi è piaciuta la rievocazione de “La tigre assenza” di Cristina Campo, poetessa fuori dagli schemi e ingiustamente non abbastanza conosciuta.
I miei più sentiti auguri per le prossime Festività giungano a te, Adam, alla Professoressa Cantelmo, a tutta la Famiglia di “Milanocosa”.
Lietissima di essere riuscita a entrare nel testo e nel sottotesto, come sempre in poesia, di questa Autrice che esprime con leggerezza sentimenti delicati e ricordi struggenti di un mondo che conserva il fascino schietto di un passato così diverso dal presente. Citare Cristina Campo è come evocare doverosamente e simbolicamente la statura di una donna che, come molte altre, non è mai stata adeguatamente valorizzata.
Grazie dell’apprezzamento e tanti auguri, sig.ra Lalli.
Laura
Sono felice di questi riscontri, per me e per Laura Cantelmo, che ha dedicato ai testi di Flora una partecipe adiacente lettura!