Riflessi e Velature di Antonio Spagnuolo

Pubblicato il 20 settembre 2023 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Antonio Spagnuolo

Antonio Spagnuolo, Riflessi e velature, La valle del Tempo, Napoli 2023

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http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.com/2023/09/segnalazione-volumi-antonio-spagnuolo_17.html

Antonio Spagnuolo è un autore di cui mi sono già occupato e che ben conosco, che replica e rinnova al tempo stesso, testi in uno stile instancabile e inconfondibile, che fa della parola disegno e musica della propria esperienza e anima. I richiami, i riflessi e velature incessanti delle proprie memorie, sono il nucleo epifanico e il filo rosso che sviluppa anche questo ennesimo libro, attraverso il battito di più di nove decenni di vita. È questo il fondo e lo scrigno in cui la sua penna-pennello pesca gli alimenti, i suoni, gli echi e colori dei suoi versi.

Ma non è una operazione egolalica, appagata solo del chiuso in sé in una stanza. Il segreto della sua straordinaria freschezza e giovinezza emotiva sta nel rapportare e immettere le luci, gli ori, i rimpianti e i dolori del proprio scrigno memoriale, “nel fuoco turbinoso e delirante/ delle nuove illusioni,” (p.11). O, in altri termini, nel panorama del qui e ora del presente. Solo così “Sotto il pollice si confonde l’aroma/ della solitudine, e nei pochi segni/ chiama a frugare una verità inaspettata” (p.12). E se “Il fantasma dei ricordi si propone/…/ a riprodurre se stesso in mille pose” (ibidem), e “Ora respiro incagliato alle parole/ che rimbombano a notte nelle ombre/ del ricordo,” (p. 13), “La spatola cerca stridori di tramonto/ nel senso reale dei bagliori” (p40)

È qui “dove illusione non si arrende mai” (p.41), il luogo imprendibile, “Dove realtà incendia l’arte” (p. 46) “tra l’intreccio di un vecchio ricamo” e “urgenza di sfiorare frammenti di memoria” (p. 48), “negli appunti di un nuovo alfabeto” (p.50).

È qui che nasce il bagliore con cui si misura “l’ultimo angolo della nostalgia/…/ nell’infinito accoglimento di una torsione/…/ fra le disarmonie e le dimenticanze” (p.69) e le “intermittenze musicali/ che ripetono ancora e ancora inviti”.

Ma il tempo accumulato sa le trappole “delle armonie assassine” (p. 68), “nel turbamento impronunciabile,/ fratto, maciullato, dell’eterno dubbio/…/ della sfavillante favilla” (p.70) di un pur ignoto presente. C’è una sapienza antica e la luce mediterranea nel cuore pulsante di questi versi.

18 settembre 2023

Adam Vaccaro

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