Qualcuno forse si metterà a dire che siamo i soliti italiani un po’ Tafazzi che si divertono a parlare male di sé e a farsi del male, ma questo articolo di Luca Ostellino di “Società libera” (www.socitalibera.org) è stato pubblicato on-line nel 2008.
Nessun giornale italiano ha mai raccontato queste vicende. Tutti zitti, governi (di destra e di sinistra) e giornali. Ora si scopre che alla frontiera di Ventimiglia i poliziotti francesi ci rispediscono quotidianamente gli immigrati che tentato di entrare in Francia. E scoppia la polemica, al pari delle difese nei confronti delle imprese italiane che gli stessi francesi (o altri) intendono o stanno per acquisire. Ma è tutta una finta imbelle o in malafede, senza i fondamentali o i marroni, come le promesse del Berlusconi a Lampedusa. Ma ogni volta ci caschiamo, lui (col suo stuolo complice e altri come lui) accumula ricchezze e noi ci impoveriamo, ma restiamo imbelli e in maniche di camicia (come Bersani) a farci risate represse e depresse.
Non è perciò Tafazzi che si diverte a spaccarsi i marroni, è che piano piano abbiamo perso (o forse non li abbiamo mai avuti) i riferimenti etici e culturali condivisi che fanno una Nazione e una comunità, senza i quali ognuno di noi è atomo sparso che non fa massa critica e forza di riaffermare la nostra dignità. E’ che dei marroni ci è rimasto Maroni, manca una erre e a volte una lettera cambia tutto. E’ che (i marroni) non sappiamo più dove sono, se non riusciamo a metterci insieme per dire la vergogna che proviamo e a fare una opposizione meno imbelle.
Per cui sono i fatti a parlare e a dire, come dice quell’immigrato: “siete magari generosi ma un po’ ridicoli…”
Adam Vaccaro
La realtà oltre le polemiche
di Luca Ostellino
Modane, frontiera franco-italiana.
Dal 2003 al 2008 – vale a dire negli ultime tre anni del governo Berlusconi2, i due anni del Prodi2, fino ai primi passi del Berlusconi3 “non c’è il 2 senza il 3” – va di scena sempre lo stesso film: quando il treno proveniente dall’Italia arriva a Modane, una decina di poliziotti francesi salgono per controllare tutti vagoni e chi è senza documenti, in media 10-15 extracomunitari, viene fatto scendere e viene accompagnato e chiuso in uno stanzone allestito appositamente sul primo binario.
Quando il primo treno diretto in Italia entra in stazione, i clandestini vengono scortati dagli stessi poliziotti, che nel frattempo hanno formato un “picchetto d’onore” tra la porta dello stanzone e quella del vagone corrispondente, fino all’interno del treno e tenuti d’occhio fino alla chiusura delle porte.
Accade ogni giorno, come confermano i viaggiatori italiani che si trovano a passare spesso dalla stazione di Modane e come non possono invece confermare i giornalisti italiani che nessun direttore ha ancora pensato di inviare in loco a raccontare come vanno realmente le cose.
Ovviamente, mentre il passeggero italiano andrebbe nei guai se fosse trovato senza biglietto dal controllore, gli immigrati senza documenti rispediti in Italia che gli siedono accanto se ne fanno beffe: “Biglietto? Polizia francese messo su treno. Chiedere a loro…”.
E al nostro viaggiatore, una volta rotto il ghiaccio, raccontano che avevano provato a passare da Domodossola, dove i finanzieri italiani, prima, li hanno lasciati entrare in Svizzera e, poi, una volta rispediti in Italia dai gendarmi elvetici, gli hanno “suggerito” di riprovare a Modane… “L’Italia – ammiccano – è sicuramente un buon Paese, con persone generose. Però è un po’ ridicolo…”.
Caro Adam, io penso che non bisogna esagerare con la cosiddetta anomalia italiana, anche se è vero quello ch tu dici nell’introduzione, cioè che non siamo diventati una nazione, o meglio, come preferisco dire io, lo siamo stati in alcuni momenti, ma dalla caduta del muro di Berlino in poi, nel riassetto globale e tumultuoso che è solo agli inizi, le demolizioni dello stato unitario italiano e di quello della Jugoslavia erano due progetti ampiamente sponsorizzati che pur non andando in porto del tutto o non ancora, hanno disgregato quel labile tessuto unitario nazionale il cui merito principale stava dell’esistenza del Partito comunista del Paritto socialista precraxiano e persino della stessa democrazia cristiana. La dissoluzione del Pci, in particolare, con quello che io definisco l’otto settembre della sinistra italiana, ha distrutto legami sociali decennali, disgregato realtà che tenevano insieme il Paese. La crisi ecnomica e un governo come quello che abbiamo stanno facendo il resto su uno stato debole. Il problma dell’immigrazione è ingigantito ad arte da questi fattori: A Belrinio vivono 400.000turchi e i profuighi polacchi, croati, serbi e quant’altro sono arrivati a centinaia di migliaia in Germania e sono stati intergrati. Il modello italiano di accoglienza punta al massimo di flessibilità per avere mano d’opra a basso costo ricattabile in ogni momento e che a sua volta ricatta i diritti di tutti.
Per i divulgatori del verbo berlusconiano comunisti e fascisti sono gli appellativi deteriori dell’opposizione. Sono coloro che vorrebbero vivere e condividere valori come etica, legalità, tolleranza, accoglienza, ambiente, solidarietà e potrei continuare con cultura, senso civico e sussidarietà. Chiedersi cosa sia destra e cosa sia sinistra, nel momento in cui una società si reggesse su regole ed impegni condivisi, non avrebbe quasi più senso dopo tanti muri crollati e sarebbe un bel sogno pacificatore cui abbandonarsi pur senza omogeneizzazioni.Utopia certamente, ma non mi resta che sognare. Come molti sono esausto, vivo il turbamento della divisione lacerante, del manganello mediatico, della feccia salita ben oltre il pozzo, degli interessi di un singolo che bloccano da anni quelli di un intero Paese. Dico a tutti quelli che affermano, con spirito critico a dir poco disarmante, che siamo governati da una persona seria, onesta e profondamente legata a saldi valori cristiani e umani, dico a costoro, come molti politici in più occasioni : “andate al mare”. In una crociera per conformisti, per vecchiette nostalgiche, per cricche, furbetti e vittime di stupro mediatico potrebbe materializzarsi, vicino ad un pianoforte un nuovo mito. Uno chansonnier suadente, capace di distoglierli dalle loro miserie con l’ultima battuta mentre ben altri disperati in gommone navigano nello stesso mare. A votare, in quel caso, ci andremmo noi !
Paolo Oropallo