Google – Il nome di Dio – Letture4

Pubblicato il 11 febbraio 2022 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Google – Il nome di Dio – In quattro quarti di cuore, di Adam Vaccaro
puntoacapo Ed. Pasturana (AL), 2021

La poesia come motore di ricerca critica
di Luigi Cannillo

Sacro e profano, entità digitali e vite esemplari, attualità e memoria si intrecciano nella nuova raccolta di Adam Vaccaro. L’alveo nel quale si articolano e fluiscono le poesie viene esposto chiaramente nella nota dell’Autore in conclusione del volume: l’analisi politica e socioeconomica sugli effetti del neoliberismo e della globalizzazione finanziaria insieme allo sviluppo di un universo massmediatico invasivo e spersonalizzante. I testi quindi sono nati “dall’intreccio di doloroso disagio, passione ferita e volontà di Resistenza vitale”, contesto dal quale la poesia attinge direttamente e criticamente. Lo fa strutturandosi in sezioni che riprendono, ognuna attraverso un colore, il motivo del Cuore come centro di energia e intelligenza che si fa prima nero nel rifiuto e nella negazione, poi rosso nella passione e viola nella paura e infine bianco nella fonte profonda dei valori originari e della possibile rinascita: “Cosa possono dire le stesse cose che ci/ Appaiono inerti – polvere di morte che/ Improvvisamente si alza e ritrova il volo”. È, volutamente, un percorso a U nel quale, iniziando dallo scavo e dalla discesa nell’oscurità, si risale, dopo aver toccato il fondo, verso la luce. Un percorso dantesco al quale sembra alludere anche la foto di copertina di Valeria Vaccaro, con una imbarcazione direzionata verso i colori dorati e vermigli che possono appartenere al tramonto, ma, contemporaneamente, anche a un’aurora.
I testi così suddivisi nelle quattro sezioni hanno origini e datazioni diverse che formano una sorta di diario liberamente impaginato secondo i contesti tematici e che, allo stesso tempo, comprendono sia poesie più recenti che altre, edite, risalenti ad anni precedenti ma che in questa modalità assumono un nuovo valore. L’approccio e il tono sono talvolta di tipo più narrativo e colloquiale, altre volte più lirico ed evocativo. Ma comune è la ricerca espressiva: le invenzioni linguistiche, i giochi di parole mai fini a se stessi ma tesi alla scoperta dei molti significati di unità verbali che vengono composte e scomposte all’interno di campi semantici stranianti (quello tecnologico) o edificanti (quello del mondo naturale). E le allitterazioni, la sillabazione ripartita negli enjambement, le assonanze che si dipanano spesso per unità lessicali molto estese, a volte creando mulinelli linguistici e sonori: “Soros dal cuore d’oro/ dacci oggi il tuo miliardo/ quotidiano che ci fa correre/ a strappare salvare vite/ disperse e affamate/ sommerse dall’oro che/ gronda dalle mani degli/ invisibili quattro gatti […]”. Soprattutto nelle prime sezioni ricorre uno spirito caustico e sarcastico che mette in luce gli aspetti più assurdi della condizione di dipendenti digitali e cittadini ammaestrati, ridotti continuamente a uno stato infantile attraverso il linguaggio lezioso e affabulatorio usato dagli adulti per convincere e rassicurare i più fragili e suggestionabili. E anche come parodia dei messaggi evangelici, la cui forma mette in evidenza la pervasività e i tentativi di indottrinamento delle nuove Entità/Divinità informatiche con la loro attività manipolatoria. Primo fra tutti spicca Google insieme ad altre entità dotate di ultra-poteri: “Alexa, piccola madonnina sul comodino/ raggino che muto ascolta e registra attento/ i tuoi comandi anche quando sono solo/ battiti del tuo cuore…”.
Accompagna la raccolta un notevole apparato critico composto, oltre che dalla citata Nota dell’Autore, dalla prefazione di Massimo Pamio, dal saggio-postfazione di John Picchione, e da una nota dell’Editore nel risvolto di copertina. Questi contributi offrono, ciascuno a suo modo, spunti efficaci per contestualizzare e approfondire le tematiche presenti. Molti sono i riferimenti ad autori compagni di viaggio della poetica di Vaccaro, Antonio Porta innanzitutto, con Mario Lunetta e Alberto Mario Moriconi. Aggiungerei il nome di Luigi Di Ruscio sia per le poesie di aspra critica alla civiltà industriale, in particolare contro le divisioni di classe e l’organizzazione alienante del lavoro ma anche negli squarci di gioia di vivere e per la bellezza della natura. Anche in Vaccaro interagiscono critica, indignazione e vitalità che si alternano in questo caleidoscopio di cuori e colori. Alle nuove divinità si contrappongono le storie comuni di eroi del quotidiano (il ristoratore emigrato, “Nella cucina di Shakespeare”, l’immigrata, “Mira a Milano”, la stiratrice/rammendatrice, in “Rosina e l’orchestra tv”) e le radici della famiglia dell’autore: nella fotografia e nelle parole del padre, nel ricordo della suocera Vilma, staffetta della Resistenza, fino alle figure portatrici di luce della moglie Chris, dei figli e dei nipoti.
Google – il nome di Dio tiene così uniti i suoi Cuori e colori attraverso un percorso temporale esteso ed elastico, partendo dagli aspetti salienti della contemporaneità e della attualità e poi risalendo e trovando slancio e rigenerazione dai nuovi nati come dalla memoria delle Origini: “Profumami origano di colline molisane/ […]/ questo mio stare qui/ ai piedi del monte più duro da scalare/ […]/ Forse è il tuo profumo/ che trascolora assaporando/ questa pizza colma di vita/ tempestata dai tuoi verdi coralli”.
12 febbraio 2022 Luigi Cannillo

TESTI

Google – il nome di Dio

Venite a me, fanciulli, datemi le
vostre parole, i vostri segreti
e i vostri cuori che io li custodirò
in un luogo sicuro e sconosciuto

che nemmeno voi raggiungerete
mai. Ma credete in me, solo in me,
siete al sicuro nel luogo più puro
intangibile e irraggiungibile. E

chiudete gli occhi ora, abban-
donate le ansie come una scia
che segue dispersa la mia nave

del vostro futuro, neve bianca
disciolta nel blu e dormite
potete ora dormire tranquilli
29 gennaio 2020

*
Maschere in libertà

Questi cari statisti col sorriso mascherato che
trionfi da Roma a Berlino si danno di gomito
come compari e comari felici di averci messi
nell’angolo più acuto che nessuno di noi mai
avrebbe immaginato.
Ma che ora è qui
spalancato universo davanti ahinoi chiuso
in una stanza che danza irridente mentre
battiamo i denti cercando la nuova stella
sorella che possa guidarci fino a farlo
attraversare prima di morirci asfissiati
da questa libertà decantata da chi
tiene il guinzaglio che ci tiene
e cura la nostra sicurezza
19 luglio 2020

*
Il pane che ci manca

Non senti come tutto
ci piomba addosso
con la sua aria leggera
imprendibile eppure
carica di piombo
che ci fa tutti un po’
piano impazzire
mentre annaspiamo
in una gabbia nel vuoto
con la corda sempre più sottile
sottile e vana come l’intelligenza
che ci manca
9 agosto 2017
*

Chiara e l’Ignoto

Chiara che stai arrivando
e mi stai già parlando
con voce e parole che
non conosco non capisco –
sei tu l’Ignoto che parla
ridendo a questo tempo?
Tempo che pensa d’essersi
fermato come stampato
in me e guarda bambino
l’ignoto continuo che
solo tu sai – coperta
stretta nelle tue manine
da scoprire piano
piano aprendo ridendo
un ditino alla volta
nel cuore della notte
10 luglio 2018

5 comments

  1. mauro macario ha detto:

    Ecco la poesia che mancava, la poesia non amata dagli accademici, la poesia/incursione dentro il tessuto avvelenato della società globalizzata, la poesia che scruta con tutte le armi espressive la realtà contemporanea, la fine agonica dell’umanesimo e tutte le criminalità subliminali/mediatiche che conducono il gregge giù nelle foibe.

  2. mauro macario ha detto:

    L’intervento analitico di Luigi Cannillo è qualcosa di più di un atto critico, è un saggio socio-poetico che investe la letteratura e il degrado epocale in egual misura. E’un andare tra le rovine dopo una giornata di cruenta battaglia planetaria.

  3. Adam Vaccaro ha detto:

    Come non esserti grato e commosso, carissimo Mauro, della tua condivisione e delle tue parole, mentre si prova essere fuori dal coro prevalente?!
    In modi diversi proviamo e che il futuro restituisca germogli alle nostre parole.

  4. Adam Vaccaro ha detto:

    E altrettanta gratitudine ho espresso a Luigi Cannillo per il percoso sapiente tra i vari sensi, livelli e forme del libro.

  5. Luigi Cannillo ha detto:

    Grazie per l’apprezzamento da Adam Vaccaro e Mauro Macario. Da parte mia devo dire che è esercitare lettura e critica con testi poetici che si allontanano in modo originale dal mainstream minimalista e autoreferenziale di gran parte delle scritture che mi capita di leggere.

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