Laura Canevali vive a Milano. Rose Sparse sul sentiero è il secondo libro presentato in anteprima ad “Una piazza per la poesia 2007” di Napoli dove ha ottenuto buoni consensi. Ha fatto parte del gruppo La Spera di Rho e i Mille volti di Milano, Nel 2005 ha pubblicato per Seneca Edizioni Le mille facce della luna, volume presentato sia alla Fiera del Libro di Torino che al Festival “Parolario” di Como. Nel 1999 ha scritto per la Book Editore sotto il nome di Annamaria Marchi sulle antologie: Poeti italiani nel mondo con la poesia Bellezza tradotta sia in inglese che Spagnolo; Poeti e poesia, La voce dei poeti verso il terzo Milennio e Parole d’amore, I poeti cantano l’amore verso il terzo Millennio, che comprendeva testi di autori Italiani e stranieri.
Da Rose Sparse sul sentiero Boopen Led ed 2009
vedi il sito: www.rosesparse.it
Queste liriche in versi liberi che spesso si aprono verso la prosa hanno anime vive e stagioni mistiche, sono dense di una domanda costante quanto insoluta, che si(ti) consola di una poetica, bella malinconia. Fortunatamente, le rose sfioriscono, le poesie no.
Azzurra Scattarella
Intervista a Laura Canevali – di Azzurra Scattarella
Alle porte del Ferragosto, oggi vi bussiamo delicatamente per pubblicare l’intervista alla giovane poetessa Laura Canevali, alla sua seconda opera, Rose sparse sul sentiero.
Il tuo libro è una raccolta di differenti poesie. Esse seguono un ordine temporale o tematico?
Direi tematico. Potrei definire il mio lavoro un ampliamento degli argomenti già trattati come è successo con Rose sparse sul sentiero seguito di Le mille facce della luna come per es. quanto riguarda l’arte.
Incontriamo diverse città e luoghi d’interesse artistico nel libro; sono posti che hai visitato e hanno lasciato qualcosa in te o che ti hanno ispirato per la loro storia?
Si, sono omaggi doverosi alle emozioni suscitate come la bellezza dei posti in “Firenze” ma anche alle situazioni sociali che suscitano rabbia come “Non è sola Napoli..” o nostalgiche come “Il lago”.
Anche l’arte ha un certo peso nelle tue poesie. Ti sei mai dedicata a quest’altra Musa?
No. Penso che ognuno debba fare ciò che sa fare e siccome la scrittura mi prende già molto tempo – è un grande amore, penso reciproco – non ho avuto modo di cercare altre forme di espressione.
Nella tua biografia si legge che hai aderito al gruppo Milanocosa. Ci vuoi spiegare le ragioni e quanto abbiano influenzato il tuo stile?
Sebbene non frequenti molto l’ambiente poetico per mancanza di tempo posso dire che Milanocosa e l’incontro con chi la frequenta mi è stato di stimolo ad ampliare la mia visione su tematiche cui non avevo mai pensato, come ad esempio quella sociale-civile.
E in tema di influenze, chi sono i tuoi “maestri”?
Domanda da un milione di euro. Nell’ambito italiano direi i classici come Quasimodo, Montale ma anche la rabbia lucida di Pasolini e l’indimenticabile Alda Merini ; ma anche quelle che considero amiche, oltre che maestre, come Rossana Brambilla Vincenza Di Francia, Amanda Caravaggi. Nell’ambito estero, gli Americani come Emily Dickinson e Whitman e Pablo Neruda.
Ti capita di leggere più spesso raccolte liriche o romanzi? E, a proposito, cosa stai leggendo adesso?
Non saprei dire. Un po’ di tutto direi. Credo entrambe. Dal romanzo impegnato al fumetto. Al momento sto leggendo Teresa Batista stanca di guerra di Jorge Amado.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Ne ho diversi sia di poesia che di narrativa. Ho terminato la terza raccolta infatti e il primo libro di narrativa. Un tentativo che non so come andrà. Ma una cosa che ho imparato tramite le mie frequentazioni (in special modo di due mie amici come Claudio Antonio Bosco e Gianni Puca) è di non limitarsi e cercare provare.
Inverno
(Misticismo)
Ricordi la quiete
di bianco che dominava
INCONTRASTATA
coprendo
col suo manto
i nostri passi
che mettevano in dubbio se eravamo vivi?
Forse l’esistenza era allora
in quel silenzio REGALE
eppure in comunione con Pan.
La natura non aveva dogmi
e tutto era perfetto così come appariva.
In quell’inverno tutto fu chiaro
non esisteva nulla: tutto era un fuoco sacro,
che si alimentava dei nostri respiri stupiti.
Un freddo pungente inondava
la vallata facendo di noi
ceri accesi in un santuario aperto.
Odo nuova vita
S’acqueta il pensier
al volgere di Aprile.
Trasmuta verso il sereno
mentre tintinnano le gocce
sui nudi marciapiedi…
Non ha colore la parola Gioia.
Non tace il desiderio
che piano incalza sempre più
in un crescendo di battiti…
Credevo assopito il cuore
in un sonno profondo
malinconico risveglio di speranza.
Odo nuova voce nel sangue
come travolta da una cascata
e appena ricordo il buio.
Onde
Oceano incommensurabile
nelle tue foci affluenti di nome
Vita entrano.
Sono onde che cercano la riva
nel selvaggio mondo
che le rende protagoniste.
S’elevano minacciose
e spettacolari
quasi volessero travolgere
lasciando spuma
bianca sulla roccia.
Un atto d’amore
Si ritirano anziane e crepuscolari
verso lidi natii,
dove finalmente riposare…
Non più fiere e combattenti
ma dolce sciabordio
per donare un malinconico addio.
Purpureo è il cielo
Tacere…
Parla solo l’infinito
e l’infinito parla di te
mia dolce stella.
Tutte le cose sono permeate
di bellezza
è nuova la stagione
che sempre si ripete.
Guardare…
Non ha odore il sogno
nè colore eppure lo ricordo
nella sua forma indefinita.
È forse l’aprirsi alla vita
il senso di meraviglia che
è negli occhi di un bambino
che vuole tangere e non arriva…
Amare…
Il futuro desidera
e il desiderio brucia la malinconia
che si cela dietro l’angolo.
È sola l’anima di fronte
all’ignoto narrare
di un giorno qualsiasi
che cade nel purpureo cielo.