Giampiero Neri, Via provinciale, Garzanti, Milano 2017.
Descrizioni, riflessioni brevi, atti unici, ricreazioni del destino, pervasi da una limpida ma cocente ironia e autoironia. Si tratta soprattutto di rievocazioni, in cui predomina la dimensione di un passato quotidiano e del suo microcosmo: piazzette, negozi di drogheria, aule di una piccola ma fervida scuola magistrale, cucine, salotti senza pretese, abitati da maestri, sarti, professori, ma anche classici della letteratura (soprattutto romanzieri e scienziati: Cechov, Grossman, Fenoglio, Manzoni, Fabre). Un mondo di provincia, come suggerisce il titolo, ma senza compiacimenti decadenti o abbandoni crepuscolari.
C’è la conferma di un’incisività del sermo brevis, con la consueta maestria nella prosa poetica, che ha il potere di farci intravedere un’altra dimensione, isolando e collegando ciò che di visionario c’è nella realtà presente con ciò che di reale c’è nel visionario.
Un esempio per tutti il testo n.36:
«Quel corpo gigantesco di donna, sdraiato seminudo
nel giardino, sembrava piovuto dal cielo.
Era la badante ucraina di una vicina di casa, che prendeva il sole.»
Rinaldo Caddeo