X Convegno di Antichistica

Pubblicato il 1 ottobre 2024 su Eventi Suggeriti da Maurizio Baldini
X Convegno di Antichistica

in memoria di Emilio Piccolo

Tradizioni, voci e immagini
dall’antico, echi nel presente
11 Ottobre 2024
Museo dei Campionissimi – Novi Ligure (AL)

Saluti – interverranno Rocchino Muliere (Sindaco di Novi Ligure) e il prof. Michele Maranzana (Dirigente Scolastico del Liceo E. Amaldi)

I SESSIONE
ore 9.00
presiede Adam Vaccaro
Lorenzo Fort
Presentazione della rivista
Gianni Caccia
Il vegetarianismo di Porfirio come forma elitaria di
rispetto per l’animale
Vincenzo Ruggiero Perrino
I papiri dello spettacolo. Quinta serie
PAUSA
Lucina Àlice e i suoi studenti
Le Rane di Aristofane e il nostro bisogno di
poesia
Alessandro Cabianca
Le traduzioni dell’Iliade, da Vincenzo Monti a
Giacomo Casanova

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Trasmutazioni2 – Adam Vaccaro

Pubblicato il 2 settembre 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Adam Vaccaro, TRASMUTAZIONI – ALCHIMIE IN CAOSLANDIA

puntoacapo, 2024

Recensione di Angela Passarello

In questa nuova silloge, Adam Vaccaro ci immerge, come nei suoi libri precedenti, e con la maestria della sua parola, nel paesaggio devastato del reale. Infatti, il poeta, con occhio critico, mai distruttivo, denuncia il mortifero del nostro tempo di cui siamo vittime e al contempo responsabili. Non è un caso la scelta del titolo del libro, dove i termini: Trasmutazioni/Alchimie/ Caoslandia, sono apparentati, seppur nel traslato, da un unico significato. L’alchimia messa in atto dà senso all’esperienza che con la parola poetica crea armonie, dense di significanti e di contenuti. Così, tra i fenomeni e gli oggetti presenti, troviamo la pietra che, oltre a titolare diverse sezioni del libro, è materia, potenza evocativa del sacro. Quel sacro aberrato dalla nostra epoca e sostituito da dettami inferi e dai mezzi sempre più sofisticati del potere. Nelle mani del poeta, la pietra, simbolo arcaico, oggetto dalle molteplici valenze, diventa anche nome, portatore di memorie, chiave di narrazioni universali.

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TRASMUTAZIONI – Alchimie in Caoslandia-Pineto

Pubblicato il 9 agosto 2024 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

                                          

24 agosto 2024 – ore 21,00

Presso Giardino Villa Filiani

Via G. D’Annunzio Pineto (TE)

Adam Vaccaro

TRASMUTAZIONI – Alchimie in Caoslandia

(puntoacapo Editrice)

Viaggio con la poesia di Adam Vaccaro

alla ricerca di senso sotto il sole del pensiero unico

 A colloquio con L’Autore

 Massimo Pamio

e

Alfredo Luzi

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 Intermezzi musicali

con

Diego Merletti

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Coordina

Dott.ssa Evelina Frisa

Sarà presente il Sindaco Avv. Alberto Dell’Orletta

Scarica la locandina 

Info:  Associazione Culturale Milanocosa – www.milanocosa.it info@milanocosa.it – T. 3477104584

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Trasmutazioni sul Corriere

Pubblicato il 3 agosto 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Scritture e letture
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Nota di lettura di Franco Manzoni, sul Corriere del 4 agosto 2024
Adam Vaccaro, Trasmutazioni – Alchimie in Caoslandia, puntoacapo Ed, Pasturana (AL) 2024

TRASMUTAZIONI – Alchimie in Caoslandia

Pubblicato il 23 luglio 2024 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Trasmutazioni d’Estate

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Comune di Bonefro

Assessorato alla Cultura

Chiostro ex Convento Santa Maria Delle Grazie

Presenta

in collaborazione con

 Associazione Culturale Milanocosa 

 17 agosto 2024 – ore 17,30 -19,30

 Adam Vaccaro

TRASMUTAZIONI – Alchimie in Caoslandia

(puntoacapo Editrice)

Viaggio con la poesia di Adam Vaccaro

alla ricerca di senso sotto il sole del pensiero unico

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Auguri e Stato in atto

Pubblicato il 7 luglio 2024 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Con auguri nonostante per l’estate 

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Lo Stato in atto e l’Oltre irrinunciabile
Adam Vaccaro

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Vedi anche su Odissea del 7 luglio 2024

https://libertariam.blogspot.com/2024/07/lo-stato-in-atto-e-loltre.html

Solitudine, paura, impotenza. Se si produce un orizzonte emotivo generato da tale triade, si innesca un processo di chiusure regressive anziché di aperture e crescita, quali quelle che Spinoza chiamava passioni gioiose, tese all’incontro e alla conoscenza. Sono passioni che non si coltivano proni e seduti nello stato di caverna passiva immaginata dalla visione platonica.
Sono passioni di un fare, un poièin, che non è solo della poesia delle righe spezzate. Perché può essere generato da ogni fare – artistico o meno – come affermava Gian Battista Vico.
Un fare che si oppone alle risposte offerte dai poteri in atto, i quali tendono a disunire, disgregare, a disegnare orizzonti costellati da pericoli e nemici, diffusi dai massmedia, in canali di falsificazioni e distrazioni di massa, anziché di informazioni reali. Il risultato è uno stato emotivo infantile, di chi si sente abbandonato, spaventato e indifeso, pronto per questo a recepire risposte illusorie di sicurezza fornite da un pensiero di Verità assoluta, incurante della scienza moderna che ne ha sgretolato i fondamenti, e che tende a essere ridotta a scientismo, strumentale quanto dogma indiscutibile – vedi, come esempio, i deliri ideologici e repressivi messi in atto con il Covid.

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Anticipazioni – Valentina Murrocu

Pubblicato il 3 luglio 2024 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Valentina Murrocu
Inediti

Con nota di lettura di Laura Cantelmo

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Nota di poetica
La mia scrittura nasce dalla priorità del momento percettivo su quello nominativo, muovendo da una sovraesposizione alla realtà: oggetti, corpi, sensazioni, pensieri, proiezioni mentali fanno parte dello stesso orizzonte di senso, non ci sono momenti privilegiati di accensione o una gerarchia. L’esistenza si rivela pertanto come orizzontale. Da questa priorità della percezione deriva la volontà di lasciar vedere o intravedere le contraddizioni della realtà per come si manifesta. Il restituire la complessità del mondo nella scrittura e con essa un’idea di mondo è ciò che muove e anima la mia scrittura. Da questo orizzonte di senso non è esclusa la realtà cruda e la violenza delle immagini, anzi, si potrebbe dire che la mancata edulcorazione di scene ripetute di violenza rappresenta il momento estetico per eccellenza.

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Killer Game – Andrea Mantelli

Pubblicato il 18 giugno 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Andrea Mantelli, Killer Game – Romanzo, puntoacapo, Pasturana (AL), 2023
Laura Cantelmo

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Quella che, con una definizione corrente viene chiamata “letteratura d’intrattenimento” non rende giustizia a chi, come Mantelli, fa dire a un personaggio, nella prima riga del suo romanzo: “Scrivo. Esisto per scrivere”. Lo scrittore, in questa sorta di outing, manifesta la passione di una vita, sempre vissuta scrivendo, per necessità di lavoro o per semplice impulso interiore. E lo fa attraverso una maschera, un personaggio scelto come portavoce, secondo la mimesis classica della narrazione. Pensiamo persino che in lui l’umorismo abbia un malcelato scopo satirico di quel genere, che solitamente è destinato allo svago.
Killer Game non è un romanzo tradizionale, non ha una trama che gradualmente si sviluppa con personaggi suddivisi a seconda delle funzioni, in primari e secondari. Anzi, esso si presenta interessante a un’analisi semiotica, avendo una struttura che non segue uno sviluppo lineare, bensì in una successione di scatole cinesi: ogni capitolo/racconto o microtesto è propedeutico a quello successivo, la trama procede come per gemmazione, sviluppando il tema centrale, ma non la coerente fabula che ci si aspetta, poiché ciascun capitolo, almeno nella prima parte, ha una sua autonomia narrativa, con personaggi differenti di volta in volta, mirando sempre a un unico fine: individuare la formula dell’assassinio perfetto.
Non troviamo qui il classico protagonista con tutta la serie di antagonisti e personaggi secondari, attorno ai quali si evolve l’intreccio. Il titolo dice chiaramente che il tema riguarda i killer e rientra quindi nella definizione di romanzo giallo. Ciò che appare come filo conduttore, non è tanto la trama, ma è la vasta sfaccettatura del Male, in particolare dell’assassinio, incarnata in personaggi la cui tendenza omicida, verso chi li disturba nella vita privata o in affari più o meno leciti, non risulta essere innata, bensì indotta, provocata da evenienze casuali del destino. Quasi sempre è l’occasione che rende assassini, ci dice il racconto/capitolo “L’assassino che è in noi”: “Si è svegliato l’assassino che c’è in me, in noi, in tutti noi, compresi voi che state leggendo, non negate…Possiedo una pistola ed è certo che nulla sarà più come prima.” (Pag.69) Abbastanza inquietante, come affermazione, che non può non far pensare il lettore.
Ma è anche vero che quanto l’Autore afferma, capita che venga successivamente smentito. Infatti, nel racconto eponimo, Killer Game, la tesi precedente è inficiata dalla presenza della Facoltà del Crimine Applicato e dal suo opposto, la Facoltà del Crimine Represso, dove la dottrina criminologica è clamorosamente messa in ridicolo dall’umorismo della narrazione e dalla comicità grottesca dei personaggi.
Con disinvolta ironia l’Autore affronta il tema della circolazione delle armi, facendo supporre che il libro che stiamo leggendo, pur se apparentemente si presenta come un giallo, abbia per lo meno un pensiero di fondo molto serio, che svia dalla rituale definizione accademica di “letteratura d’intrattenimento”. A differenza del classico poliziesco, manca qui la figura dell’inquirente amatoriale, non ci sono delitti di cui non si conosca il colpevole, non c’è alcun rappresentante della legge chiamato a risolvere il caso. Il tema da sviluppare è come arrivare a compiere un assassinio perfetto.
Lo scopo ufficiale è il divertimento. Ma non solo. Quello non verrà mai a mancare, perché nella vasta gamma dei killer vi è una ricerca del paradosso, degli incidenti esilaranti che fanno fallire i progetti malsani, fino a quando, nella parte centrale, troviamo una farsesca esaltazione del crimine, che dice la ragione del titolo: Killer Game. Così è chiamato il Festival del Delitto, indetto dalla Facoltà di Crimine Applicato, promosso dal Magnifico Rettore denominato Flaccido Bimbo, cui è assegnata l’ARRAPANTE cattedra di killeraggio. La comicità è al massimo, allorché i personaggi che si susseguono nel Festival sono tratteggiati tenendo presente, si direbbe, la tipologia di alcuni grandi film comici del passato – Il Grande Dittatore o Tempi moderni – che hanno segnato altissimi momenti di critica politica e sociale nella storia del cinema. Qui, ad esempio, si cita il precariato nel lavoro, lo sfruttamento e l’abuso di potere (vediamo la povera Gambozzi, assistente del Rettore, regolarmente sculacciata per punizione), per avvicinare alla realtà un racconto che è tutt’altro che realistico. Ė abbastanza evidente che, delle categorie letterarie di cui si occupava con una certa rigidità la semiotica degli ultimi decenni del Novecento, l’Autore non si curi affatto, agendo nella massima libertà. La trama o, meglio, le trame, si muovono nell’ambito del grottesco, a volte il finale del racconto resta in sospeso, mentre gli “eroi”, i killer maldestri, sono sempre diligentemente impegnati a studiare come organizzare il delitto perfetto.
La scelta del registro linguistico basso, espressa anche nei nomi propri – personaggi stilizzati come nella Commedia dell’Arte: Flaccido Bimbo – il Magnifico Rettore – il concorrente al Premio, Enanito (perché minuscolo), l’esilarante romano Li Mortacci, indicano che ci troviamo di fronte a una parodia di quei romanzi criminali da cui siamo sommersi, in stampa e in video, nonché dalla realistica volgarità che in essi si manifesta.
La novità sta nel ribaltamento della struttura che li caratterizza, con la presa in giro della categoria dell’assassino, con la ricerca minuziosa nel progettare l’omicidio e al contempo il tenero abbandonarsi alla nostalgia di Li Mortacci “della casetta…a Torpignattara” (pag.117). Mentre la parodia si fa più spietata grazie alla comica diligenza degli interessati, impiegata nel perseguire lo scopo finale, un assassinio efferato.
Nel concorso a premi che riguarda i video presentati al Festival sul miglior piano per un delitto, gli aspiranti assassini si presentano intimoriti come normali studenti, di fronte ai loro improbabili, severissimi giudici, i quali tacciano come “sfigati” coloro che si iscriveranno al Crimine Represso. Mantelli ha così ribaltato la grandiosità del Male, che in passato era stata rilevata dalla critica cinematografica ne Il Padrino o nella televisiva Gomorra, trasformandola in qualcosa di comico. Tenendo conto che, in questo romanzo, molti “progetti criminali”, nonostante tutto, falliscono.
Se il confronto con il cinema, più che con la letteratura, sorge spontaneo, dobbiamo risalire al passato dell’Autore: avendo lavorato come scrittore di trame di fumetti, Mantelli ha sempre avuto presente l’aspetto visivo, più che la descrizione. E non dimenticando il pubblico a cui di solito sono destinate quelle storie, dà importanza più al dialogo che agli intermezzi descrittivi e alla definizione del personaggio che non all’aspetto letterario del racconto. La differenza con il “genere” sta nell’offrire un testo più raffinato grazie all’uso dell’ironia e alla ricerca dell’eccesso in un registro linguistico fantasioso e volutamente sboccato, come si addice a un ambiente di malavita o al bar sport, là dove solitamente non si va per il sottile: “quindici gnocche di materiale plastico” (pag. 42), ne è un esempio eloquente.
Sarà l’Autore stesso a dirci nel finale, tramite una sua maschera: ”A me piacciono le storie che tornano su se stesse. Storie in circolo,” (pag.164). Lo si era capito, ma il divertimento consiste proprio nel volere candidamente ammettere ciò che è diventato ovvio nel corso della lettura, creando una sorta di spaesamento nel sovvertire gli schemi di un genere dalla struttura un po’ statica.
Quello che dalla critica più rigorosa è stato spesso definito come “crisi del racconto”, in questo frizzante romanzo viene attuato in assoluta e consapevole autonomia di scelta.
Milano, 20/05/2024

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Dal Lazzaretto – Luigi Cannillo

Pubblicato il 12 giugno 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Dal Cielo alla Terra
Il cerchio destinale ricongiunto nel nostos di Luigi Cannillo
Adam Vaccaro
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Luigi Cannillo, Dal Lazzaretto, La Vita Felice, Milano 2024

Penso sia necessario e utile riconnettere la lettura di questa ultima raccolta di Luigi Cannillo a quelle precedenti1, al fine di collocarla nel percorso che si illumina di senso, entro il disegno di quel libro unico di un Autore, quale inteso da Walt Whitman.
Occorre dire che l’arco complessivo disegnato dal percorso di Cannillo è un esempio di come agiscono e cambiano la struttura del testo quelle che chiamo forze della forma, con epifanie generative diverse, se più dominate dal vento interiore, o se più alimentate e agite dal ben altro vento, che soffia dall’Altro.
L’aria è simbolo, sia di liberazione dell’inconscio, tra i freni e le illusioni del rimosso che lo costituisce, sia di chiusure rispetto all’Io lasciato fuori dalla sua barriera invisibile. E le fioriture di segni, apparentemente libere, non amano evidenziare i loro legami emopoietici o onomatopeici con la materia biologica e psicologica che li genera. Se invece la distanza materica si riduce, i segni sono attirati come da un magnete che impone maggiore concretezza e transitività comunicativa. E tali diversi processi di germinazione linguistica, nel primo caso esaltano i giochi del significante, nel secondo corpi più scoperti e tesi al significato Col che agisce con più forza il bisogno di essere conosciuti e riconosciuti dall’Altro, dagli altri, nella coscienza che senza questa sutura, il Soggetto Scrivente e i suoi segni lasciano monche le possibilità di completare la missione potenziale da cui sono nati, di farsi conoscenza condivisa.

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Trasmutazioni – Adam Vaccaro

Pubblicato il 2 giugno 2024 su Eventi Suggeriti da Maurizio Baldini

                                                                                                

Via Laghetto 2 – Milano

11 Giugno 2024 – ore 17:30-19:00

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