Ivan
Fedeli
Ivan Fedeli
Ivan Fedeli è nato a Monza (Mi) nel 1964.
Insegna materie letterarie e si occupa di scrittura creativa.
Ha pubblicato diversi percorsi poetici: Abiti comuni (Il Ponte
Vecchio), Una religione di parole (La Fenice), Dialoghi a distanza
nel volume "Sette poeti del Premio Montale" (Crocetti),
Vie di fuga (Biblioteca di Ciminiera - GED edizioni), Un mondo
mancato (Il Foglio).
Sue poesie sono apparse su alcune riviste letterarie.
Si sono occupati della sua produzione poetica Raffaele Crovi, Alberto
Bertoni, Mara Cini.
È redattore della rivista Le Voci della Luna e socio di
Milanocosa dal 2005.
Sì, da dove c'eravamo lasciati,
dall'angelo custode della casa,
quel piccolo ritratto fatto in gesso
tenuto sulla porta a protezione.
Non dirmi cosa poi è successo, chi
per caso si è seduto, se n'è andato,
portando via il cappello, il suo saluto.
Da qui, dai nomi muti sulla porta,
dalla schedina certa e mai giocata,
tu dici per risparmio, per la fretta.
Per te, per noi, per quanto non si sa
di un nuovo capodanno, di una festa,
di un treno che non parte, che non va.
E tutto fuori fuoco, senza peso.
Non chiedermi se c'è felicità.
Non ho nuove città in alternativa,
né un passo che procede a intermittenza,
è vita che si vive per urgenza
nei vicoli, tra frasi ed orologi,
le scarpe come a spingere chi viene,
il nodo alla cravatta senza elogio.
Milano è un dio minore e non aspetta
il vischio di natale sulla porta.
Poi ognuno sa il suo male, la sua sorte.
E darsi un indirizzo che sia certo,
un posto dove stare, qualche vizio,
l'indizio che si passa al crocevia.
Più in là le strade di periferia,
i tetti quasi rossi di un ottobre
pigro. Qualcuno siede stancamente,
le donne vendono i sorrisi al bar.
E tutto già si posa, si fa niente.
Sapere che stai bene, che non conta
poi l'abito macchiato, la trapunta
distesa sopra il letto per l'inverno,
la tavola un po' muta, il braccialetto.
La strana solitudine del mondo:
aspetti qualche vita, un sole alterno,
lo scambio di un saluto, di uno sguardo.
Sai, tutto in una strada e se ne va.
Intanto è un cambio d'ora, un'altra data,
un passo già in ritardo con le cose,
si sta quasi sdraiati in una frase,
in cerca di un ascolto, di una voce.
E il giorno si fa piccolo, scompare,
se dicono che scrivere è morire
o rendere un contorno a qualche sera,
un ordine alla polvere, alla stanza,
un posto alla bilancia, alla teiera.
[Da Vie di fuga - Biblioteca di
Ciminiera GED edizioni - Macerata 2003]
Esiste un tempo fatto per l'amore
di quelli che se vanno è a precipizio
e tolgono il respiro per errore
lo fanno come un vezzo, un mezzo vizio.
Eppure noi ci siamo pure stati
in questo strano posto per le frasi
che dicono di dare quasi in pegno
un ordine alle cose senza sogno.
Felicità da niente, e già si cerca
un nome per i giorni nella fretta
di chiederci di nuovo siamo andati,
presenti nonostante le ferite
di un attimo che passa e non c'è uscita
al poco che crediamo sia la vita.
È l'aria che si ingrigia a primavera
a dare alla città quella sua idea
da passi mossi solo per mancanza,
da marchio ingigantito dell' Ikea.
In fondo c'è un istinto delle cose
che poi preserva i volti a colazione,
lo cerchi come fosse controvento
la corsa che sul tram va a direzione.
Un bene necessario contro il vuoto,
che rende intorno un senso un po' a fatica:
dividersi in vissuti e già viventi,
perdenti posto dunque in questa vita.
Così si allunga il foglio dei precari,
l'elenco degli assenti nonostante
il numero elevato dei contrari,
il limite che dà di tutto niente.
[Da Un mondo mancato - ed. Il
Foglio - Piombino, 2004]
Tentava la vostra mano la tastiera
ma quella è un'altra storia senza sole,
adesso servirebbero teiere
o mobili d'ufficio da spostare.
Comunque ci si prova a dare ospizio
a volti se riemergono e a parole
per poi saltare in fretta il precipizio
di questa cantilena esistenziale.
Così restare bassi di profilo,
convincersi che in fondo non è male
lottare con la nebbia tutti in fila,
sapere per davvero cosa vale
un dente quando ciondola in attesa
di un piccolo giudizio universale.
[Da Esercizi per la felicità
- inedito]
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